Creare un luogo verde dove potersi rilassare, far giocare i bambini o fare un picnic: è questo l’intento del consigliere Serena Giannetto che con il progetto RecuperiAmoSperone vuole dar vita al primo parco urbano nella zona Nord di Messina. La componente del Movimento 5 Stelle ha già presentato un’interrogazione all’Amministrazione chiedendo il proprio parere sull’iniziativa tanto voluta da numerosi cittadini.
«Ho chiesto nello specifico – racconta la consigliera – se l’Amministrazione sia propensa alla realizzazione di questa opera a Sperone, già interamente finanziata da SNAM rete gas, con i fondi previsti per le opere compensative, che prevedono uno stanziamento di circa 60.000,00 euro».
Si tratta di un progetto che mira a valorizzare un territorio molto frequentato dagli studenti del Polo Papardo dell’Università di Messina, oltre che dai numerosi pazienti e visitatori che si recano all’ospedale della zona. Il parco mira a dare all’intera comunità di Sperone e a tutti coloro che si trovano nella zona un nuovo spazio dove svagarsi ed immergersi nel verde.
«Il progetto RecuperiAmoSperone prevede – continua Serena Giannetto – la piantumazione di numerosi alberi che darebbe il via nuovamente alla campagna “un albero per ogni nato” in sinergia con il vicino Ospedale Papardo; la realizzazione di un’area picnic, giochi per bambini e aree libere alle spalle della chiesetta dei Miracoli; la riqualificazione dell’attuale tracciato di gioco per renderlo fruibile a tutta la comunità».
Nonostante la determinazione di Giannetto, che nel tempo si è confrontata con le proposte presentate dalle associazioni e dai cittadini del luogo decisi a rendere la zona più bella e verde, pare che il progetto RecuperiAmoSperone sia ancora lontano dalla sua realizzazione:« Oltre a delle proposte sottoscritte da alcune associazioni del luogo e a due raccolte firme, vi sono stati anche diversi atti amministrativi, tra cui un Decreto Sindacale della Città Metropolitana e una delibera di Giunta del 2018 che mirano a risolvere questo annoso problema. Perché non sbloccare definitivamente questo impasse burocratico per regalare alla città un’area importante per il territorio a costo zero».
(242)