Quei semafori a chiamata pedonale sulla litoranea che non funzionano. Consiglieri chiedono lumi

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Il consigliere Antonino Interdonato, vicepresidente vicario del Comune, e Franco Maria Laimo, vicepresidente della V Circoscrizione del Comune, scrivono al sindaco Renato Accorinti e all’assessore alla Mobilità e Viabilità Urbana Gaetano Cacciola per sottoporgli la questione dei semafori a chiamata pedonale posti sulla litoranea ma non funzionanti.

«Nel tratto di litoranea tra la cortina del porto, passando per il Viale della Libertà, fino al terminal Annunziata – ricordano Interdonato e Laimo –, da diversi mesi sono stati collocati “semafori a chiamata pedonale” per favorirne l’attraversamento. Questi lavori rientrano nell’appalto di messa in sicurezza obbligatoria della linea tranviaria aggiudicato dall’Associazione Temporanea d’Imprese composta dalla Pettinato Costruzioni e dalla Galletta Costruzioni per un importo poco superiore ai 2 milioni di euro, Ati che aveva anche avviato i lavori prima dello stop imposto successivamente dal Tar e la nuova aggiudicazione alla ditta Lupò Costruzioni, per poi riassegnare i lavori all’Ati Pettinato-Galletta dopo la sentenza dello scorso giugno del Cga».

Il problema però, come evidenziano, è che questi semafori a chiamata pedonale non sono mai stati messi in funzione e «nessun intervento di manutenzione o ripristino alla funzionalità è stato effettuato».

Interdonato e Laimo sottolineano che «occorre salvaguardare l’incolumità e la sicurezza dei cittadini che quotidianamente mettono a repentaglio la propria e l’altrui sicurezza». I due rappresentanti ricordano, in merito all’importanza della prevenzione, il grave incidente ai danni di una cittadina avvenuto in data 8 aprile scorso proprio sulle strisce pedonali nei pressi del Museo di Messina, sul Viale della Libertà.

Tanti i cittadini che – precisano – si sono lamentati per il mancato funzionamento dei semafori. Pertanto, Interdonato e Laimo chiedono di conoscere i tempi di manutenzione e di funzionalità dei “semafori a chiamata”.

 

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