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Quattro storie horror tutte messinesi per la notte di Halloween

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Strane apparizioni, castelli spettrali, voci dall’al di là: anche Messina, come tutte le città, nasconde tra le sue pieghe inquietanti misteri e storie di fantasmi, raccontate e tramandate, di generazione in generazione. E dato che stanotte è la notte di Halloween, quella in cui – si narra – il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti si fa più sottile, abbiamo deciso di rovistare tra le vecchie leggende e raccontarvi quattro storie horror ambientate tra Messina e la sua provincia.

Fonte primaria per la realizzazione dell’articolo è stato il libro Messinarcana dello studioso Giandomenico Ruta, edito nel 2005 a Messina da Edizioni Dr. Antonino Sfameni. A questo testo e agli altri lavori dell’autore si rimanda per un maggiore approfondimento e per ulteriori storie. Abbiamo scelto, infatti, di riportarne solo quattro, ma il volume ne raccoglie molte di più.

Quattro storie horror ambientate a Messina (e provincia) per Halloween

I fantasmi di Castel Gonzaga

Eretto sulla collina di Montepiselli, a protezione della città dello Stretto, Castel Gonzaga ha visto lo scorrere dei secoli tra le sue mura. Battaglie sanguinose, vite spezzate, infiniti passi tra i corridoi e le ripide scalinate che portavano ai piani abitati, alla vecchia cappella. Oggi di tutto questo vi è solo il ricordo, tra le pietre abbandonate e i libri di storia.

Di leggende sull’antica fortezza ve ne sono tante, i castelli, si sa, sono lo scenario ideale delle storie di fantasmi. Tra le tante, si segnala quella di un gruppo di ragazzini che, riunitisi all’antica fortezza per un’escursione, udirono a un certo punto il nitrire di un gruppo di cavalli e un rumore come di catene. Di cavalli, però, a Forte Gonzaga, non ve n’era neanche uno.

Questa è probabilmente la leggenda più famosa e raccontata, tra quelle che circolano attorno a Castel Gonzaga. L’ipotesi è che in realtà i rumori uditi dai ragazzi provenissero da un maneggio vicino, e che fossero stati portati fin lì dal vento. C’è chi pensa, però, si trattasse di cavalli fantasma e, almeno ad Halloween, scegliamo questa interpretazione.

Il fantasma del Castello di Milazzo

All’interno dell’antica cinta muraria di Milazzo sorgeva un tempo un monastero attorno al quale sono nate col tempo diverse leggende dal fascino spettrale. Una, in particolare, piuttosto cruenta, narra di una suora nota per avere tanti amanti. La donna finì per innamorarsi di uno di questi e decise di scappare con lui. La fuga, però, non le riuscì perché fu smascherata da un ex amante geloso e catturata dalle sue consorelle e dalla Madre Superiora. Alla povera donna furono inflitte umiliazione e torture, culminate in una condanna a morte. La suora venne poi murata viva e che morì di fame e sete dopo pochi giorni. Il suo fantasma, si narra, aleggia ancora nei resti dell’antico monastero.

Una versione leggermente diversa di questa leggenda, narrata da Valentina Conti qui, la protagonista è una giovane donna innamorata di un soldato. Un amore ostacolato dai genitori, che volevano per lei un uomo di rango più elevato. La ragazza venne punita e murata viva all’interno del castello di Milazzo.

I notturni di Messina

“Guarda come volli rovinarmi”: se camminando alla Passeggiata a mare vi capita che un uomo vi si avvicini e vi dica questa frase, preparatevi a una visione tutt’altro che piacevole. Si racconta si tratti del fantasma di un soldato, che nel cuore della notte ferma i passanti per mostrargli il suo corpo senza vita che galleggia nell’acqua. E ancora, si narra del fantasma di un uomo che appare talvolta sul viale della Libertà, nei pressi del Museo di Messina, nell’atto di infliggersi una coltellata. Cade a terra, si rialza e la scena si ripete. Una terza apparizione è segnalata a Cristo Re: si tratta questa volta di una bellissima donna che invita gli uomini a passeggiare con lei per poi sparire all’improvviso.

Il Cane Matteo

L’ultima delle quattro storie horror ambientate a Messina è la leggenda del cane Matteo, della quale circolano diverse versioni. Giandomenico Ruta narra nel suo Messinarcana di un cane dallo sguardo languido che può essere avvistato sulla Circonvallazione. Docile e affettuoso, una sera avrebbe seguito un passante, dopo che questi gli aveva fatto una carezza. Essendo una nottata di maltempo, l’uomo decise di farlo dormire a casa con lui, per poi scoprire che il cane era in realtà come posseduto dal fantasma di un suo caro amico. Altre versioni, che è facile trovare in giro per il web, parlano più semplicemente di un cane parlante da cui, però, è meglio stare alla larga. Altre ancora, di un cane fantasma che, se si prova ad accarezzarlo, gira su se stesso tre volte per poi svanire nel nulla.

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