I parcheggi proibiti a Messina sono proprio una bella gatta da pelare. Tutte le volte che capita di passeggiare per Messina, salta sempre agli occhi una doppia fila o un scivolo per le carrozzine occupato da una macchina. Ci sono vie caotiche che probabilmente non smetteranno mai di esserlo e altre – in passato oasi nel deserto – che iniziano la loro scalata per raggiungere le vette altissime del parcheggio ineducato.
Quattro Frecce – la rubrica dedicata ai parcheggi brutti e indecorosi di Messina – guarda con un po’ di malinconia e rassegnazione le macchine accatastate ovunque. Quei veicoli, piazzati alla meno peggio, che non lasciano respirare la città e nemmeno quei cittadini che intendono attraversarla a piedi. Il posteggio creativo, irrispettoso e incivile è all’ordine del giorno a Messina.
E allora come fare a contrastarlo? Continuando a studiare e analizzare i casi che riconducono sempre al primo capostipite di questa grande famiglia di parcheggiatori abusivi. Proprio lui, il “Missinisi Scaltrorum”, colui che ha dato vita alla specie più becera della città dello Stretto.
Più è proibito, più è occupato
Vi ricordate i ruggenti anni venti? Beh, noi no ma osservando Messina – che cola a picco verso il disastro più totale – ci vengono in mente proprio gli anni venti, conosciuti grazie a Francis Scott Fitzgerald e Duke Ellington. Gli anni del famoso proibizionismo americano che mise alla gogna gli alcolici. Gli anni in cui – per ribellarsi alle restrizioni emanate dal Volstead Act – nacquero il mercato nero e il contrabbando.
Storia a parte, Messina sembra vivere quello stesso periodo proibizionista. Quando si andava a bere liberamente negli speak easy e si rapinavano i treni carichi di whiskey. Se ci pensate, qualsiasi spazio, di Messina, in cui è proibito lasciare la macchina viene automaticamente occupato da un messinese.
Più volte, Quattro Frecce – osservando da vicino i parcheggiatori messinesi – si è interrogato sul perché di queste scelte. Sarà che i mezzi funzionano male? Sarà che non ci sono parcheggi adeguati? Sarà che abbiamo proprio la cultura del “prendo la macchina” per comprare il pane o magari il giornale?.
Il caso studio dei parcheggi proibiti di Messina
Oggi Quattro Frecce prenderà in esame tre casi studio appartenenti alla categoria del “Missinisi Anti-Proibitio”, l’esemplare perfetto per raccontare i parcheggi proibiti a Messina. Questi tre esemplari vivono lungo la Cesare Battisti, una delle principali arterie urbane di Messina. Questi esemplari si nutrono di strisce pedonali, carreggiate e stalli gialli.
1. Il primo esemplare della famiglia “Missinisi Anti-Proibitio” è uno che ama leggere. All’inizio della Cesare Battisti, proprio all’uscita della rotonda del Viale Europa c’è, infatti, un’edicola. Un’occasione troppo ghiotta per il “Missinisi Anti-Proibitio” che pensa bene di lasciare la sua vettura proprio ai margini della già stretta via Cesare Battisti. Non possiamo a questo punto che augurargli buona lettura.
2. Il secondo caso studio riguarda invece una coppia di gemelli di “Missinisi Anti-Proibitio” eterozigoti. Questo è un esemplare davvero rarissimo, osservarlo da vicino per noi di Quattro Frecce è stato un vero privilegio. Come potete notare, la vettura rossa è la più grande perché sta qualche metro più avanti rispetto al gemello. Di solito questa specie si nutre di stalli per disabili.
3. L’ultimo caso studio di oggi – cari esploratori – è un esemplare più unico che raro di “Missinisi Anti-Proibitio”. Sì, proprio un furgoncino dell’Azienda Trasporti di Messina. Proprio quelli – almeno loro – che dovrebbero dare l’esempio.
Del resto come diceva Scott Fitzgerald:
prima tu prendi un drink, poi il drink ne prende un altro, e infine il drink prende te.
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