Qualcuno salvi la Regina… del Peloro

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A Messina c’è una regina da salvare, ma nessuno, o quasi, lo sa. Gli inglesi nel loro inno nazionale cantano “God save the Queen”, ma nel caso della “Regina del Peloro”, simbolo della città risorta dopo il sisma del 1908, l’Onnipotente non può fare nulla. Serve urgentemente qualcuno che metta mano al portafogli.

Ma andiamo con ordine. La “Regina del Peloro” è un altorilievo in stucco di Antonio Bonfiglio, il celebre scultore messinese autore di diverse opere presenti in città, tra cui le decorazioni esterne di Palazzo Zanca, il busto di Antonello da Messina, posto all’interno del Municipio e la statua di Antonio Martino, proprio accanto al Palazzo, solo per citarne alcune.

Il bozzetto del frontone del Palazzo municipale, raffigurante la Regina con accanto due pesci “buddaci”, risale alla prima metà del 900 e rappresenta una rara testimonianza delle tecniche esecutive impiegate dalle maestranze messinesi durante la ricostruzione della Messina post terremoto. La scultura, in origine di proprietà della Società Operaia, poi passata in mano al Comune, si trova adesso custodita nei locali dell’Istituto comprensivo Pascoli-Crispi.

Sarebbe tutto bello, anzi bellissimo, se la nostra Regina non si stesse inesorabilmente sbriciolando, sotto gli occhi di quanti vorrebbero che fosse restaurata e finalmente esposta al pubblico, così come meriterebbe. Invece resta in un deposito, nonostante ci sia già un progetto di restauro redatto dall’architetto Paola Di Giovanni e dalla conservatrice dei beni culturali Antonella Manganaro, regolarmente approvato dalla Sovrintendenza di Messina, che ha concesso il suo nullaosta.

“La Regina del Peloro- spiega la progettista Antonella Manganaro- è un’opera importante, oltre che per le tecniche di realizzazione e i materiali impiegati,  in quanto testimonia il fervore artistico esistente negli anni successivi al terremoto. Anni in cui era evidentemente tanta la voglia di rinascita a Messina”.

Oggi, invece, tutto tace. Da anni il preside della Pascoli- Crispi, Gianfranco Rosso e le due restauratrici, si battono affinchè venga restituita dignità ad un’opera dall’indubbio valore artistico, ma il Comune, alle richieste di intervento economico per poter procedere al restauro, ha finora risposto picche. Non ci sono soldi. I conti sono in rosso e dunque l’opera continua a marcire e a deteriorarsi sempre di più.

mazziniMa quanto serve per riportare la Regina al suo antico splendore? Solo 8.000 euro. Una cifra irrisoria, che non sembrerebbe difficile da reperire.  A questo punto l’appello del dirigente scolastico e delle progettiste è diretto a un privato, a qualcuno che voglia fare qualcosa per Messina, un benefattore insomma, che voglia lasciare un segno in città.

garibMa non è tutto. Alla Pascoli, purtroppo o per fortuna, la Regina del Peloro è in buona compagnia. Ci sono infatti i busti di  Garibaldi,  Mazzini ed altre testimonianze di scultori messinesi che, insieme a Bonfiglio, operavano nella prima metà del 900. Un piccolo tesoro, sia chiaro. Si tratta infatti di bozzetti, di prove che gli artisti facevano prima di realizzare l’opera definitiva, ma che hanno comunque un valore e che purtroppo rimangono sconosciute ai più.

L’idea del Preside, va oltre il recupero  e punta a  realizzare uno spazio espositivo all’interno della scuola, che potrebbe diventare una tappa  da inserire nel percorso che viene proposto ai turisti in visita a Messina. Un progetto che in qualunque altra parte del globo terrestre sarebbe facile da realizzare, ma che qui da noi diventa quasi impossibile.

Intanto, però, si pensi a salvare la Regina del Peloro, un tempo simbolo della città risorta dalle macerie del terremoto, oggi uno dei tanti emblemi di una Messina che continua ad essere sepolta dalle macerie dell’indifferenza.

Marika Micalizzi

 

 

 

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