Gli operatori del mercato Zaera (sito all’incrocio tra la via Cesare Battisti e il Viale Europa) sono in protesta, questa mattina hanno occupato la strada di fronte allo spazio adibito per il mercato. La contestazione si è svolta in maniera del tutto pacifica. Sono stanchi perché, nonostante corrispondano regolarmente il canone concessorio, si vedono costretti a svolgere la propria attività lavorativa in condizioni precarie. L’area in cui sorge il mercato, infatti, necessita di un intervento di restyling e di manutenzione necessario per il mantenimento del decoro. La protesta nasce dal mancato trasferimento del mercato e dalla mancata realizzazione del progetto che prevedeva la costruzione di un parcheggio a più piani, al piano terra del quale sarebbe stato ricollocato il mercato. Dunque, niente parcheggio e/o trasferimento. «Siamo stanchi e stufi di aspettare — dicono — che l’Amministrazione Comunale si decida a sistemare il progetto del Mercato, che è stato approvato l’8 ottobre del lontano 2010 e che, ne siamo a conoscenza, non realizzandosi più il mercato multipiano, si deve modificare ulteriormente. Ma, se non vengono allertati i progettisti con le direttive correttive da effettuare al progetto originario, la vicenda “Mercato Zaera” non ne verrà mai fuori». «In questi anni di attesa della sistemazione del mercato — continuano gli operatori — si sono persi molti clienti che si sono spostati al mercato di Piazza Lo Sardo , dove vi sono coloro che producono in proprio la merce e che sono sprovvisti di regolare autorizzazione, discriminando noi operatori del mercato Zaera. In attesa del progetto — concludono — chiediamo che vengano garantite tutte le condizioni igienico-sanitarie previste dalla legge necessarie per l’apertura del mercato e l’eventuale manutenzione». Nessun intralcio è stato fatto alla circolazione stradale con le strutture mercatali (banconi della frutta, pesce ecc.) che sono state montate a bordo del marciapiede. «Ci siamo resi conto — hanno concluso — ancora una volta come le Istituzioni presenti della città di Messina siano latitanti».
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