Un atto di altruismo e amore per il prossimo scaturito da un momento di immenso dolore. È accaduto al Policlinico “G. Martino” di Messina dove, a seguito del decesso di un turista canadese, la famiglia ha dato il consenso ad un prelievo multiorgano.
Un uomo di 60 anni ha perso la vita al Policlinico di Messina a seguito di un malore accusato mentre era in vacanza a Taormina con la famiglia. La moglie, d’accordo con il fratello del marito e con gli altri familiari presenti, ha acconsentito al prelievo degli organi. Il fegato e i due reni, sono stati prelevati presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria dall’equipe dell’Ismett di Palermo che ha operato con il fondamentale supporto dei dott. Olivia Penna (referente del Coordinamento della A.O.U.) e del Dott. Alberto Noto della Rianimazione del Policlinico. Le cornee, invece, sono state prelevate dalla dott.ssa Felicia Ferreri della U.O.C. di Oftalmologia del Policlinico e inviate alla Banca degli occhi.
«Oltre al fratello – ha spiegato il dott. Francesco Puliatti, Coordinatore della Donazione e Trapianto d’ Organi e Tessuti del Policlinico – tutti i familiari hanno manifestato la volontà di procedere al prelievo di organi, ricordando la generosità del congiunto e, appunto, come lui stesso fosse stato in qualche modo segnato dalla generosità di altri pazienti, che avevano donato una nuova speranza alla moglie».
«Sono stati – ha proseguito –, come sempre, momenti particolarmente toccanti, in cui si sono incrociati il dolore per la morte di una persona e la gioia per un gesto, quello della donazione, che ha una valenza fondamentale, ma per la cui riuscita non si può prescindere dall’efficienza di una macchina organizzativa complessa. In tal senso, da parte mia, devo rivolgere un ringraziamento al management aziendale, in particolare al Direttore Generale dell’A.O.U., Giuseppe Laganga, e al Direttore sanitario, Antonino Levita, perché stanno supportando pienamente le azioni del Coordinamento di cui sono responsabile, facendo si che il Policlinico di Messina si confermi un punto di riferimento di sempre maggiore importanza in questo settore».
A colpire l’equipe di medici, tra l’altro, il fatto che questo gesto di altruismo sia arrivato proprio nell’anno del 25° anniversario della morte del piccolo Nicholas Green, il bimbo americano che nel 1994 ha perso tragicamente la vita nel 1994, diventato oggi il simbolo della cultura della donazione.
«Quella – ha ricordato il dott. Puliatti – è stata una grande lezione per tutti, un esempio che dobbiamo continuare a ricordare e a tramandare, soprattutto a vantaggio delle generazioni più giovani, perché la cultura della donazione possa essere continuamente alimentata, una lezione che oggi la famiglia di questo sfortunato turista canadese ci ha rammentato».
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