MeSmart, il progetto di punta dell’Amministrazione De Luca nell’ambito del PON Metro è finito sotto la lente d’ingrandimento di Report. Durante la puntata andata in onda lunedì, Giuliano Marrucci ha intervistato l’assessore Carlotta Previti che ha ammesso: «Siamo ancora in una fase di assessment».
In sostanza, dall’inchiesta di uno dei programmi di punta di Rai3 sembrerebbe che le cose nell’ambito dell’agenda digitale, non procedano spedite come dovrebbero. Ma facciamo un passo indietro. Una volta insediatasi, la Giunta De Luca ha modificato i progetti inseriti nel PON Metro dall’amministrazione Accorinti e puntato oltre 5 dei 13 milioni di euro forniti a Messina dall’Europa su MeSmart. Il progetto prevede l’installazione di sensori per tutta la città che dovrebbero inviare i dati al data center del Comune.
Ma alle domande del giornalista di Report sullo stato di avanzamento del progetto, l’assessore Previti ha risposto: «Siamo in una fase di assessment». La gara, ha aggiunto, è stata avviata adesso e i sensori, in sostanza, ancora non ci sono.
«Se e quando ci saranno – chiarisce Report – i sensori manderanno i dati al data center del Comune che, non avendo partecipato al primo censimento AgID, dovrebbe essere stato catalogato in cluster b, quindi a regola potrebbe essere dismesso ancora prima che il progetto finisca».
Interrogata poi sulla possibilità di vedere le macchine, i server, l’assessore Previti ha sottolineato che in questo momento non è possibile, che avrebbe dovuto ricevere un preavviso: «In questo momento il centro è in corso di ristrutturazione. Alcune macchine sono dislocate nei dipartimenti. Non è possibile accedere ora».
La situazione, ha sottolineato Giuliano Marrucci «lo sa che non passa benissimo se vengo e le chiedo di vedere le macchine e mi dite di no». Poi l’assessore si è alzato, l’intervista è finita e il servizio è andato oltre. In ogni caso, la data di fine del progetto, carte alla mano, è fissata a dicembre 2021, ma MeSmart è già stato presentato a Barcelona (in Spagna) pochi giorni fa.
La replica dell’assessore Carlotta Previti al servizio di Report
Nel pomeriggio di ieri, l’assessore Carlotta Previti, che si occupa di gestire le risorse extra-comunali, ha voluto fare chiarezza sull’accaduto specificando, in poche parole, che Messina è in linea con quanto previsto dal regolamento per quanto riguarda l’attuazione dei progetti riguardanti l’Agenda Digitale.
Pubblichiamo di seguito, in maniera integrale, la replica dell’assessore Carlotta Previti a quanto mostrato nel servizio di Report, su Rai3.
«Un’inchiesta giornalistica ha messo in dubbio che i progetti di Agenda Digitale della Città di Messina non sarebbero coerenti con gli indirizzi normativi dettati dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID). In verità, il potenziamento e l’adeguamento del Data Center, in uso al Comune di Messina, sono stati eseguiti alla data dell’approvazione del progetto e, comunque, nel pieno rispetto della normativa vigente ratione temporis».
«In particolare – spiega – al momento dell’approvazione delle strategie sul digitale della Città e dell’approvazione della relativa progettualità, la normativa vigente (Circolare AgIDn. 2 del 24/6/2016) consentiva azioni di potenziamento (erano esclusi investimenti per la creazione di nuovi Data Center); con il successivo Piano Triennale del 31 maggio 2017 è stato chiarito, infatti, che “Le Pubbliche amministrazioni non possono sostenere spese relative alla costituzione di nuovi data center (vedi Circolare n. 2/2016) … o all’evoluzione di data center esistenti non eletti a Poli strategici nazionali”».
«In tal caso – prosegue –, le Pubbliche amministrazioni potevano procedere agli adeguamenti dei propri Data Center, esclusivamente, al fine di: evitare problemi di interruzione di pubblico servizio; anticipare processi di dismissione dei propri data center per migrare al cloud della PP.AA.; e consolidare i propri servizi su data center di altre PP.AA. al fine di ottenere economie di spesa. Il predetto Piano Triennale, con le modifiche introdotte dalla successiva Circolare n. 5 del 30/11/2017 per il Censimento del Patrimonio ICT delle Amministrazioni e la qualificazione dei Poli Strategici Nazionali (PSN), ha meglio definito le modalità del parere (art. 7): “Una volta completato il Censimento del Patrimonio ICT, si procederà alla valutazione delle necessità IT infrastrutturali nell’ambito del Piano Triennale e, in funzione del processo di razionalizzazione, verranno proposti i PSN da qualificare. Non è previsto un numero minimo di PSN da eleggere».
«In buona sostanza – spiega l’Assessore –, alla luce dei richiamati chiarimenti, le PP.AA., completato il censimento e previa approvazione di AgID, possono provvedere agli adeguamenti dei propri Data Center seppure, esclusivamente, per le richiamate ragioni. In ogni caso, l’art. 4, comma 4, dell’Accordo siglato a febbraio 2018 tra Regioni e Province autonome ed AgID prevede che “nelle more della sottoscrizione degli Accordi territoriali sono fatti salvi tutti gli interventi per i quali sono già state avviate attività nell’ambito della Programmazione regionale 2014-2020”. Ciò che consente alle Città metropolitane, come quella di Messina, che hanno investito sul PON METRO Agenda Digitale, di mantenere gli investimenti per la creazione di un ecosistema digitale tecnologicamente avanzato per gestire in remoto tutti i servizi pubblici traguardando i migliori risultati per la comunità in termini di efficienza e produttività attraverso cambiamenti del modello amministrativo-organizzativo, il vero motore della quarta rivoluzione».
«Pertanto – conclude – l’Amministrazione comunale ha operato esclusivamente nell’ambito del perimetro normativo e regolamentare sopracitato orientando l’80% della spesa del PON Metro su investimenti per servizi ai cittadini (tasse e tributi, pratiche edilizie, cultura e turismo sicurezza e controllo dei servizi pubblici) che rivoluzioneranno il modo di dialogare dei cittadini messinesi con la P.A.. Il resto degli investimenti riguarda ammodernamenti/adeguamenti necessari a garantire la continuità dei servizi ed al tempo stesso la possibilità, per tempo, di scegliere in un prossimo futuro di migrare verso un sistema di cloud pubblico. Infine si ritiene opportuno evidenziare che gli investimenti PON Metro non sono gli unici in tema di servizi ICT dovendosi includere quanto già realizzato con fondi propri dall’Amministrazione oltre che quanto in corso in tema di ICT/ITS che fanno pertanto ridurre ancor di più l’investimento fisico sul data center comunale comunque, è il caso di ribadirlo, corretto e coerente con le superiori disposizioni. In conclusione, le azioni poste in essere dal Comune di Messina, seppure con le superiori e doverose precisazione, sono coerenti con la normativa vigente».
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