Non tardano ad arrivare le polemiche sullo stop ai concerti. Repliche di PD, M5S e Vento dello Stretto alla decisione dell’Amministrazione Comunale di non rimandare gli eventi – così come richiesto dagli organizzatori – al 2021.
«Chiediamo all’Amministrazione – scrivono i consiglieri del Partito Democratico – di voler trarre le dovute conseguenze politiche di tale pessima gestione degli eventi culturali e musicali in città, anche con le auspicabili dimissioni di chi si è finora certamente dimostrato non all’altezza del ruolo ricoperto.»
Stop ai concerti di Tiziano Ferro e Ultimo. I due artisti non potranno suonare a Messina quest’estate, così com’era stato previsto a causa dell’emergenza coronavirus, e i concerti non verranno spostati al prossimo anno così com’era stato richiesto dagli organizzatori degli eventi.
Perché Tiziano Ferro e Ultimo non potranno suonare?
I concerti a cui si riferiscono le polemiche riguardano in modo particolare quello di Tiziano Ferro e Ultimo. Performance che si sarebbero dovute tenere allo Stadio Franco Scoglio di Messina. I due eventi, sospesi per quest’estate per via dell’emergenza coronavirus, non verrano rimandati – come richiesto dagli organizzatori – al prossimo anno perché di mezzo ci sarebbe la procedura della gara d’appalto per affidare la gestione a terzi dell’impianto sportivo.
Stop ai concerti e scatta la polemica
Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Vento dello Stretto non hanno fatto aspettare le repliche alla decisione di non concedere – nel 2021 – lo stadio per i concerti.
PD – Scattareggia si dimetta
«La motivazione – scrivono i consiglieri comunali del PD – addotta dall’Amministrazione comunale per il rifiuto allo spostamento di un anno di tali concerti non è affatto condivisibile. Il bando per la gestione pluriennale degli stadi ad oggi non è ancora pronto; con la conseguenza che si sarebbe potuto ancora prevedere in tale bando il vincolo legato allo svolgimento nello stadio Franco Scoglio dei due concerti, non tenutisi nel corso del corrente anno per causa di forza maggiore.
Tale decisione non solo non è affatto condivisibile nella sua poco convincente motivazione amministrativa, ma rappresenta il frutto di una visione politico-programmatica del tutto miope, e non finalizzata allo sviluppo culturale ed economico della città, che passa – soprattutto in un momento di gravissima crisi come quello attuale – anche dalla ripartenza di alcuni settori merceologici e di servizi legati ad eventi musicali di così grande attrazione.
Tale infausta scelta dell’Assessore comunale allo Spettacolo, Giuseppe Scattareggia, rappresenta solo l’ultima di tutta una serie di scelte “culturali” e ricreative che hanno suscitato moltissime perplessità in città, come, tra le tante, l’uso del Palacultura di Messina per gare di culturismo, o per manifestazioni musicali alle quali gli organizzatori hanno accompagnato discutibili offerte di ristoro alimentare, eventi che poi non si sono tenuti ma hanno creato molto imbarazzo in città, o come l’utilizzo della Piazza Unione Europea per feste e sagre dal sapore più paesano che cittadino, ed altro ancora.
Alla luce di quest’ultima occasione in cui è stata dimostrata totale assenza di visione politica in materia di grandi eventi cittadini, con conseguente consistente danno per la città, sarebbe oltremodo auspicabile che lo stesso raccolga l’invito a rassegnare le proprie dimissioni.»
Vento dello Stretto – lo stop ai concerti non ha un senso né politico né giuridico
«Questa scelta – scrivono in una nota i rappresentanti di Vento dello Stretto – è una follia. Non ha un senso né “politico” né giuridico. Non ha un senso “politico” perché chi amministra deve ricercare le occasioni di
crescita, di visibilità, di lavoro per la Città. E i concerti – a questo livello – certamente lo sono.
Non ha un senso “giuridico” perché il bando deve essere ancora pubblicato e può, quindi, essere modellato e modificato per contemperare questa nuova esigenza. Per di più, lo “schema di bando” approvato dal Consiglio Comunale prevede la riserva al Comune di utilizzo di alcune giornate. E infine, chi si aggiudicherà la gestione
pluriennale – se mai ci sarà qualcuno e, ad oggi, non è dato saperlo – non potrà che essere contento – per ovvi motivi economici e di immagine – di questo “impegno” assunto dal proprietario dello Stadio. Chiediamo, pertanto, al Sindaco di rivedere questa decisione o di spiegare in modo chiaro quale enorme ed insuperabile ostacolo egli riscontra. Noi di “enorme” riscontriamo solo l’assurdità di questa scelta.»
Per il Movimento 5 Stelle la gara di affidamento è una scusa
«La rinuncia- scrive Andrea Argento – capogruppo del M5S – non ha alcun senso e la “scusa” della gara di affidamento non giustifica il danno arbitrariamente cagionato per motivi ancora tutti da decifrare. La città non può permettersi in alcun modo di rinunciare ai grandi eventi e al relativo indotto. È una scelta che non comprendo e sulla quale va fatta necessariamente la massima chiarezza.
Considerato il periodo difficile che stiamo affrontando e l’approssimarsi dell’estate – commenta – una procedura di gara di questo tipo comporterebbe tempi molto lunghi e il rinvio dei concerti all’estate 2021, come hanno fatto in tutto il mondo per i grandi eventi, comprese le Olimpiadi, sarebbe quindi perfettamente compatibile con le scadenze.
I grandi eventi devono essere preparati dagli organizzatori previo accordo con il Comune o con il concessionario. Il
tutto è compatibile con la procedura di affidamento, anche se per assurdo durasse meno di un anno. Lo schema approvato, infatti, prevede e obbliga il concessionario a lasciare diverse date “disponibili” nel corso dei 12 mesi. Mi chiedo quale sia la reale ragione della rinuncia.
In questi mesi Scattareggia ha ampiamente dimostrato di non essere in grado di svolgere il suo ruolo. Basti pensare alla gestione di “sagre”, festival ed eventi al Palacultura, al caso del “Giardino delle Luci” e soprattutto alle tante tematiche sportive che ho più volte segnalato e contestato. È necessario che vada via, nell’interesse della cittadinanza e di tutti gli sportivi.»
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