Appena nata e fa già discutere la nuova fondazione di partecipazione “Messina per la Cultura” approvata ieri in Consiglio Comunale con 14 voti favorevoli e 6 contrari. Soddisfatti il sindaco Federico Basile e l’assessore Massimo Finocchiaro, così come la sindacalista Clara Crocè, critici i consiglieri comunali del Pd, Felice Calabrò e Antonella Russo: «Ennesimo ente finanziato con denaro della collettività».
Un dibattito durato tre ore ieri in Consiglio Comunale, che si è concluso con l’approvazione della delibera finalizzata all’istituzione della fondazione di partecipazione “Messina per la Cultura”, un organismo analogo alla “Messenion” proposta l’allora sindaco Cateno De Luca e bocciata dall’Aula. Nuovo sindaco e nuovi consiglieri, la fondazione torna in Consiglio Comunale (con un nuovo nome) e questa volta ottiene il via libera. Di cosa si tratta? Di un organismo ibrido che prevede la collaborazione tra pubblico e privato, cogestito da Comune e Città Metropolitana con l’obiettivo di promuovere le attività culturali a Messina.
All’indomani dell’approvazione, con 14 voti favorevoli e 6 contrari, l’Amministrazione comunale esprime la propria soddisfazione, mentre i consiglieri del Pd ribadiscono le proprie perplessità. Ad accogliere con favore la nascita di questa nuova fondazione di partecipazione anche la sindacalista della CISAL SACS, Clara Crocè.
Basile e Finocchiaro
Per il sindaco di Messina, Federico Basile, e l’assessore alle Attività Produttive, Massimo Finocchiaro (con delega alla Fondazione), la nuova fondazione sarà uno strumento fondamentale per promuovere la cultura del territorio.
«Arte, spettacolo e cultura – sottolineano – e più in generale la promozione e la conoscenza del nostro ricco patrimonio culturale è uno tra gli obiettivi prefissati nel programma elettorale. Promuovere la crescita culturale del nostro territorio significa parallelamente avviare percorsi atti a favorire lo sviluppo sociale ed economico del comprensorio cittadino e metropolitano e più in generale siciliano, al fine di accrescere il senso di identità e di appartenenza della collettività ed in particolare i giovani attraverso la collaborazione sinergica tra Comune, Città metropolitana, soggetti pubblici e privati».
Il sindaco Federico Basile ha poi aggiunto: «Siamo particolarmente soddisfatti in quanto l’odierna approvazione rappresenta quella continuità amministrativa che nell’ambito della cultura era stata fortemente sostenuta dal mio predecessore Cateno De Luca. Oggi il risultato è stato raggiunto e auspichiamo attraverso la Fondazione che le iniziative di promozione culturale, turistico e di marketing territoriale possano contribuire allo sviluppo del brand Messina, affinché la nostra Città non sia soltanto una Città di passaggio ma da vivere e apprezzare».
Russo e Calabrò: «Ennesimo ente finanziato con denaro della collettività»
Critici, invece, Antonella Russo e Felice Calabrò, che già in Aula avevano proposto un emendamento per modificare la delibera e rendere a titolo gratuito gli incarichi di per il consiglio di indirizzo, il comitato scientifico e i direttori artistici.
«Oggi (ieri, ndr) – scrivono i consiglieri del Partito Democratico in una nota – l’amministrazione Basile incassa un altro bel risultato: la nascita dell’ennesimo organismo partecipato dal comune chiamato Fondazione “Messina per la Cultura”, sotto la veste di una fondazione di partecipazione. Strano – come abbiamo evidenziato inutilmente in aula – che a dispetto della natura giuridica scelta, non ci siano tra i fondatori soggetti privati, che invece sono indispensabili per questa particolare forma mista di fondazione e associazione, che per legge li prevede».
Poi il punto sulle modifiche bocciate: «Abbiamo tentato – aggiungono – grazie a un nostro emendamento di evitare i costi – che potranno essere anche molto rilevanti – delle remunerazioni dei tanti organi previsti dallo statuto: dal sovrintendente ai tanti possibili direttori artistici. L’Aula, invero, nonostante i pareri favorevoli dei dirigenti all’emendamento del Partito democratico che prevedeva che i vari incarichi fossero gratuiti, ha ritenuto di bocciarlo! Sulla scorta dello statuto esitato, infatti, potranno essere nominati direttori artistici ad ogni piè sospinto, che potranno essere individuati anche per ogni singola manifestazione o per singolo evento, ovviamente remunerati dalla fondazione, alias dal Comune e dalla Città metropolitana».
«Il personale da impiegare nella fondazione – concludono Felice Calabrò e Antonella Russo – sarà reclutato con la forma del distacco, del comando, dell’avvalimento (????). Ennesimo ente finanziato con denaro della collettività. Ormai a Messina ogni servizio di carattere pubblico è esternalizzato a favore di società partecipate, fondazioni, agenzie, enti pagati tutti dal Comune. Abbiamo un vago ricordo dei tempi in cui un precedente sindaco considerava tutte queste realtà come bancomat della politica, prevedendo nel suo programma la razionalizzazione, o meglio, la notevole riduzione delle partecipate. In realtà, altro che eliminate: in questi ultimi anni si sono moltiplicate tanto che abbiamo pure difficoltà a menzionarle tutte. Avanti un altro, Pantalone è sempre operativo».
Clara Crocè (CISAL SACS): «
Per la sindacalista della CISAL SACS, Clara Crocè, invece, la fondazione di partecipazione “Messina per la Cultura” aiuterà a regolarizzare il settore dei lavoratori dello spettacolo e della cultura , e sosterrà lo sviluppo turistico.
In merito alle osservazioni fatte in Aula e al voto contrario espresso dai consiglieri comunali del Pd, Crocè commenta: «Spiace constatare come il gruppo consiliare del PD non abbia saputo cogliere l’essenza della Fondazione che se gestita bene può rappresentare il volano per lo sviluppo economico e turistico della città».
«Come sindacalista – aggiunge – ho apprezzato l’idea dell’ex Sindaco Cateno De Luca di dotare la città di uno strumento finalizzato a regolarizzare il settore dei lavoratori dello spettacolo, della cultura messinese, ma nono solo, in quanto la Fondazione avrà un suo ruolo importante di sviluppo anche in ambito turistico culturale perché per il tramite di Messenion potranno essere regolarizzati attraverso degli strumenti progettuali e contrattuali. La Fondazione metterà in sinergia tre settori importanti: Arte, cultura e spettacolo e non paradossalmente anche il settore della ristorazione».
«L’idea della Fondazione – prosegue – nasce soprattutto dalla crisi vissuta da questi settori per via della pandemia da Covid 19. Spiace per i Consiglieri Comunali che ancora una volta con il loro voto contrario hanno dimostrato il loro provincialismo. La Fondazione non si ispira a Tao Arte ma a tante altre Fondazioni Italiane che hanno portato lustro alle loro città. Da sindacalista devo stigmatizzare alcune dichiarazioni rese in Consiglio Comunale». Il riferimento, supponiamo, è al consigliere di opposizione Cosimo Oteri («Non c’è la necessità di una TaoArte made in China»).
Infine, per quel che riguarda l’emendamento firmato da Calabrò e Russo, Crocè afferma: «Il lavoro si paga! E si paga pure quello dei lavoratori dello spettacolo siano essi direttori artistici che tecnici e chiedo loro: perché non fate i Consiglieri a titolo gratuito? Anche per voi vale lo stesso principio».
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