«Le osservazioni della Corte dei Conti disvelano uno scenario che è molto differente dalla narrazione deluchiana degli ultimi anni»: così il segretario provinciale di Articolo Uno, Domenico Siracusano, commenta la relazione sul piano di riequilibrio di Messina che, secondo l’organo costituzionale, presenta diverse criticità. «Siamo di fronte ad elementi preoccupanti» aggiunge.
È circolata nelle scorse ore la relazione della Corte dei Conti sul piano di riequilibrio presentato dalla Giunta De Luca per il Comune di Messina. Un documento di 81 pagine in cui si chiedono chiarimenti su tematiche importanti che vanno dalla riscossione alla stessa sostenibilità del piano. Dopo la nota del M5S, anche Articolo Uno entra nel dibattito e sottolinea: «Stavolta il Sindaco che ama la loquacità si è trincerato dietro un “risponderemo punto per punto”». Così ha risposto ieri, con un post su Facebook, alle critiche piovute nel corso della giornata.
«Le chiacchiere stanno a zero, infatti – afferma Domenico Siracusano, che fa una breve disamina della relazione. “Dubbi”, “lacunosità”, “difficoltà”, “disallineamenti”, “perplessità”, “scarsa attendibilità”, “opacità” sono alcune delle espressioni che il Magistrato Istruttore utilizza nell’approfondimento del piano di riequilibrio e della situazione economico-finanziaria del Comune di Messina».
«Siamo di fronte – aggiunge – ad elementi preoccupanti come la mancanza di una strategia relativa alle riscossioni e la gestione della massa debitoria rispetto alla quale “non è stato possibile individuare, per ogni posizione, in maniera chiara ed univoca, l’ammontare riconosciuto e finanziato e i relativi pagamenti” anzi permane una confusione tra accordi sottoscritti e reali pagamenti effettuale. Si tratta di due aspetti di estrema gravità poiché rendono sostanzialmente inattendibili le previsioni».
Dalle partecipate ai debiti fuori bilancio
L’esponente di Articolo Uno analizza alcuni punti della relazione in cui si fa riferimento in particolare alle società partecipate del Comune di Messina e alla gestione dei debiti fuori bilancio.
«L’amministrazione ha comunicato solo 17 partecipate su 22 – scrive Siracusano –, inviando solo i prospetti riepilogativi relativi a 11 enti. “L’esame della documentazione, anche per quegli enti di cui sono stati forniti i prospetti, non consente un’agevole ricostruzione dei rapporti dei debiti e crediti” – scrive la Corte – anzi si evidenziano profondi disallineamenti tra il bilancio comunale e quello delle partecipate. Da qui un “quadro informativo insoddisfacente” rispetto al quale si chiede chiarezza per valutare l’incidenza sul quadro generale. È su questo punto che la Corte dei Conti si esprime in maniera chiara e inequivocabile: “si sono rilevati diversi tratti di opacità riguardanti il rapporto con le partecipate, non superati neppure in sede d’istruttoria, data l’insufficienza delle risposte ottenute”».
«Si aggiunga poi – prosegue – la lacunosità sui debiti fuori bilancio e i relativi accantonamenti e la questione della diminuzione delle spese correnti e del personale. Su questo è bene evidenziare come il Magistrato Istruttore accenda i fari sulla “Messina Social City” creata per ridurre spese e costi ma rispetto alla quale si chiede chiarezza e evidenza della contrazione che non è suffragata dai dati inviati dal Comune».
Siracusano: «Il Sindaco deve assumersi per intero la responsabilità politica»
Per il segretario provinciale di Articolo Uno: «Siamo di fronte a obiezioni non di poco conto di cui il Sindaco deve assumersi per intero la responsabilità politica. L’impostazione della rimodulazione del Piano di Riequilibrio, l’ha voluta lui e l’ha imposta al Consiglio Comunale. Non cerchi scuse, non insegua asini volanti perché il problema non è il futuro di Cateno De Luca ma il futuro della Città di Messina».
«Argomenti e provi a correggere – aggiunge –, se è nelle condizioni, ma la valutazione che emerge dalle osservazioni della Corte dei Conti è che, a un anno dalla fine naturale del sindacatura, non c’è nessuna chiarezza né certezza sui conti del Comune, sul rapporto con le partecipate e sulle prospettive stesse del piano di riequilibrio. Con questo passaggio finisce definitivamente la favola del “Sindaco lo sa fare”, purtroppo sulla pelle dei messinesi, perché a questo punto il rischio del dissesto è davvero alto e sarà difficilissimo evitarlo: un danno enorme per la città».
L’appello alle forze progressiste
«Non c’è più tempo da perdere – conclude Siracusano, lanciando un appello alle forze progressiste –, basta inseguire De Luca, le forze progressiste, specie quelle rappresentate in consiglio, rompano gli indugi e si mettano a lavoro per la costruzione di una prospettiva di governo alternativa fondata sulla buona amministrazione, sul dialogo con le parti sociali e sulla costruzione di una prospettiva strategica per la città».
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