Dopo qualche giorno di calma apparente si torna a parlare del nuovo Palagiustizia di Messina. A farlo è il consigliere comunale Libero Gioveni che si inserisce nel dibattito in corso sul luogo in cui realizzarlo, se in via La Farina o all’ex Ospedale militare, e prospetta una terza ipotesi, a suo dire più conveniente.
Secondo l’esponente del Pd messinese, l’ex macello di via Santa Cecilia sarebbe la soluzione ideale per risolvere una diatriba che va avanti ormai da diversi mesi e che vede schierati da una parte i membri dell’ex giunta Accorinti, che avevano portato avanti il progetto per la realizzazione del Palazzo di Giustizia nei locali dell’Ospedale militare; e dall’altra l’attuale sindaco di Messina Cateno De Luca, che vorrebbe invece collocarlo nell’area oggi occupata dal parcheggio La Farina.
«Se si riesce a guardare oltre all’attuale degrado che insiste al momento in quella zona – afferma Gioveni – e a pensare che nel giro di un paio di anni, grazie alla realizzazione della nuova via Don Blasco, questa fetta di territorio subirà una radicale trasformazione, l’ipotesi di convertire l’ex macello nel secondo Palagiustizia, seppur possa sembrare a prima vista remota, a mio avviso deve essere quanto meno valutata, ascoltando naturalmente anche il parere degli ordini professionali interessati».
L’ipotesi in questione, secondo il proponente, sarebbe più conveniente anche dal punto di vista economico. Ma non solo: «La posizione strategica, la prospettiva di una imminente riqualificazione e trasformazione viaria della zona – prosegue il consigliere – non possono non essere elementi su cui avviare un dibattito serio con tutti i soggetti direttamente e indirettamente interessati».
Secondo l’esponente del Pd, infine, la struttura stessa dell’ex macello di via Santa Cecilia potrebbe prestarsi alla creazione dei nuovi uffici e delle ampie aule di un Tribunale satellite. E proprio per discutere di questo, Libero Gioveni propone la convocazione di una seduta straordinaria aperta del Consiglio Comunale «affinché – conclude – si gettino definitivamente delle basi concrete per donare alla città una struttura degna di poter soddisfare finalmente le esigenze che investono il complesso mondo della giustizia».
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