Naturismo Messina, Russo: «Il blitz era stato anticipato sui social. Accertare le responsabilità»

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Incredibile ma vero ma parliamo ancora di naturismo e naturisti che un paio di giorni fa sono stati multati nella spiaggia di San Saba a Messina. Adesso, infatti, arriva l’interrogazione urgente del consigliere comunale Alessandro Russo che chiede in che modo sia stato svolto questo blitz.

Qualche ora prima, infatti, sui social era apparsa una foto postata sul profilo di un componente del Corpo della Polizia Municipale che scriveva: «Le montagne di sabbia non è una spiaggia nudisti e se vi becchiamo nudi è verbale sicuro!». Secondo Russo in tal modo, è venuta a mancare la riservatezza di un’azione della Polizia Municipale, che invece dovrebbe agire con riserbo.

A Messina il blitz sui social è peggio del naturismo?

La foto della compagnia, a “caccia” degli spiaggiati che praticavano naturismo a Messina, è stata cancellata dopo poco ma evidentemente era stata già commentata e condivisa. Da qui, l’interrogazione di Alessandro Russo al sindaco Cateno De Luca e l’assessore preposto Dafne Musolino.

«Rilevato che – si legge nella nota del consigliere – nel citato “blitz” sono state elevate due sanzioni a bagnanti naturisti che stazionavano su tratto di arenile tradizionalmente destinato ad attività naturista e come tale riconosciuto dalle associazioni nazionali di turismo naturista. Rilevato che di tale “blitz” risulta da social network e da organi di stampa che sia stata data comunicazione anticipata da parte di esponenti del Corpo di Polizia Municipale interessati all’azione, attraverso foto documentazioni pubblicate sul proprio profilo Facebook.

Rilevato che le sopra citate comunicazioni social sulle pagine di alcuni agenti di Polizia Municipale erano accompagnate da commenti molto crudi e offensivi per i frequentatori della spiaggia di San Saba – Capo Rasocolmo. Rilevato che a distanza di poche ore dal “blitz” citato, dalle pagine social sono spariti i post e le foto documentazioni pubblicate qualche ora prima, in concomitanza dell’avvio dell’azione di sanzionamento dei due bagnati a Capo Rasocolmo.

Chiedo di conoscere urgentemente, se intendano avviare accertamenti interni al Corpo della Polizia Municipale atti a individuare e sanzionare eventuali profili di responsabilità per agenti, funzionari o dirigenti della Polizia Municipale a vario titolo coinvolti nel cosiddetto “blitz” eseguito a Capo Rasocolmo per avere comunicato prima del suo svolgimento, un’azione di controllo del territorio e di sanzionamento attraverso i mezzi social; attività che, come tutte le attività di questa natura, devono sempre essere accompagnate da massima riservatezza e assoluto riserbo.

Se intendano accertare eventuali profili di responsabilità per agenti, funzionari, dirigenti della Polizia Municipale a vario titolo coinvolti nel c.d. “blitz” eseguito a Capo Rasocolmo per avere utilizzato in cosa personale (profili social di Facebook) notizie e azioni la cui conoscenza era loro consentita per motivi di ufficio, profilandosi il rischio di potenziale conflitto di interesse e di sfruttamento a fini personali di notizie riservate dell’amministrazione.

Se non ritengano opportuno di avviare la procedura di individuazione nel tratto finale di litorale di Capo Rasocolmo di una porzione di spiaggia stabilmente destinata ai fruitori naturisti, in ragione della sua storicità di utilizzo, della sua ampia distanza da spiagge fruite dai bagnanti e dalla testimoniata mancanza di fatti e atti osceni, di reati di qualsivoglia natura e di circostanze tali da
non consentire in detto tratto di litorale di uno spazio destinato al naturismo vigilato.

Se non ritengano infine che la comunicazione ufficiale in merito al “blitz” eseguito a Capo Rasocolmo non sia stata contraddistinta da moralismo e da pregiudizio nei confronti di chi pratica regolarmente il naturismo, circostanza che ha spinto alcuni fruitori dei social network – sui quali, come risulterebbe da quanto sopra scritto, occorre chiarire anche circa profili di esponenti della Polizia Municipale – a utilizzare toni offensivi, pregiudizievoli e lesivi della dignità dei bagnanti coinvolti dal cosiddetto “blitz” eseguito».

 

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