giuseppe conte firma il decreto di chiusura delle fabbriche del 22 marzo

Coronavirus. Multe salate e più spazio alle Regioni: Conte illustra il nuovo decreto

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giuseppe conte firma il decreto di chiusura delle fabbriche del 22 marzoMulte salate per chi non rispetta le regole, maggiore autonomia per le Regioni e più dialogo con il Parlamento: sono questi i punti chiave del nuovo decreto legge illustrato oggi dal presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. In diretta Facebook dalla pagina di Palazzo Chigi, il Premier ha inoltre colto l’occasione per qualche chiarimento circa la presunta durata dell’emergenza coronavirus.

Chi viola le disposizioni dei dpcm potrà essere sanzionato con una multa che va dai 400 ai 3000 euro e non più solo in base a quanto previsto dall’articolo 650 del codice penale (arresto fino a tre mesi alternativo a un’ammenda non superiore a 206 euro). Detto questo, il premier Conte ha però precisato:

«Sono orgoglioso della reazione che gli italiani stanno avendo nel rispettare le indicazioni che abbiamo fornito. Le forze dell’ordine stanno facendo un attento monitoraggio, ma la stragrande maggioranza dei cittadini si sta conformando a queste nuove regole, che comportano nuove abitudini di vita. Ciascuno deve fare la sua parte – ha sottolineato –, per superare e vincere quest’emergenza quanto prima. Rispettando le regole facciamo il bene di tutti».

Ma le novità illustrate dal Presidente del Consiglio dei Ministri non si fermano qui. Il nuovo decreto prevede una maggiore trasparenza e un maggior dialogo tra Governo e Parlamento. Il Presidente del Consiglio, o un Ministro suo delegato, riferirà ogni 15 giorni alle Camere per consentire ai membri dell’Assemblea rappresentativa di conoscere le misure adottate per contenere la diffusione del virus.

Cambiano anche i rapporti con le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, cui sarà consentito di adottare, nell’ambito delle proprie competenze, anche provvedimenti e misure, più restrittive e più severe. Rimane però ferma la funzione di coordinamento assolta dal Governo.

Infine, una precisazione circa la durata dell’emergenza. L’Italia ha deliberato lo stato di emergenza nazionale il 31 gennaio 2020, subito dopo la dichiarazione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Come data di fine dell’emergenza è stata indicata, allora, il 31 luglio 2020. Questo non significa, ha specificato Conte, però, che le misure attualmente in vigore saranno valide fino ad allora: «Siamo fiduciosi – ha concluso – che ben prima di quella scadenza ipoteticamente fissata all’inizio si possa tornare alle nostre abitudini, anzi a un migliore stile di vita. Sono convinto che ciò che stiamo affrontando ci renderà migliori, questa è l’occasione per fermarsi a riflettere».

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