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Milazzo. Dopo l’emergenza, le polemiche: l’anomalia segnalata dai Vigili del Fuoco. Proteste in arrivo

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ram 4 nram 3“Mentre la Raffineria brucia i pompieri stanno a guardare”. Sono queste le inquietanti righe di un comunicato diramato dall’Usb Vigili del fuoco, mentre le fiamme si levavano ancora alte nel cielo di Milazzo, la notte tra venerdì e sabato scorsi. Tre giorni dopo il rogo divampato all’interno del serbatoio 513 della Raffineria di Milazzo, passata l’emergenza, è tempo di polemiche. Lo stesso sindacato scriveva quella notte: ««La presenza dei professionisti Vvf all’interno della Raffineria, è indispensabile, senza nulla togliere a chi lavora per la ditta privata». Parole allarmanti, quelle della nota sindacale, specie perché l’attesa dei pompieri ˗ sempre a detta dell’Usb ˗ era stata determinata dalla necessità di salvare il personale della “Nettunia”, ditta privata addetta a intervenire all’interno della Raffineria in caso di incendio. Quella notte, i Vigili del fuoco sostengono di essere stati chiamati soltanto dopo parecchie ore. Il personale della Nettunia ˗ si legge sempre nel comunicato del sindacato ˗ era sottodimensionato.

Eppure, già il 6 settembre scorso, Mario Moretto di Usb Vigili del Fuoco provinciale, scriveva al comando Vvf di Messina evidenziando:  «Varie le problematiche da risolvere qui al comando di Messina; come ad esempio per citarne alcune le vigilanze e i bunkeraggi a Milazzo affidate in subordine a ditte private con la totale esclusione dei Vigili del fuoco di Messina. Una simile situazione anche alla Raffineria, dove stranamente passano gli anni e dei Vvf neanche l’ombra».

Sotto i riflettori anche e soprattutto i risultati dei «tagli economici praticati in questi anni dai vari governi che si sono succeduti» ˗ così come spiega Costantino Saporito del coordinamento nazionale Usb Vvf che dichiara: «i tagli praticati al Corpo dei Vvf ˗ 196 unità in meno in Sicilia ˗ incidono negativamente e non mettono in condizione di agire nella maniera più corretta ed efficace».

Infatti – sostiene Moretto – «l’unica imbarcazione dei Vvf che poteva essere impiegata per vigilare sul tratto di mare antistante la Raffineria e coadiuvare la Capitaneria di porto nelle operazioni di evacuazione delle petroliere presenti nell’area, era fuori servizio. La motobarca sarebbe dovuta servire proprio ad agevolare e coordinare tali operazioni».

Intanto, nei cieli di Milazzo è ancora fumo nero. Sui social network i cittadini esprimono inquietudine per quanto accaduto e per gli strascichi ancora visibili. Per tranquillizzare la popolazione, il gestore ha riferito che «la perdurante fuoriuscita di fumo nero che caratterizza a più riprese il luogo dell’incidente è una naturale conseguenza dell’incendio di venerdì notte».

«Nel fondo del serbatoio 513 ˗ si legge nel comunicato ˗ permane infatti un focolaio alimentato dal vento». La Ram, dunque, continua a ribadire che la situazione è sotto controllo e non esistono motivi di preoccupazione per la comunità.

A Milazzo la popolazione continua a rimanere sospesa nell’incertezza della qualità dell’aria che respira. L’Arpa ha collocato una centralina per effettuare alcuni rilevamenti in merito al fumo che continua a fuoriuscire dalla Raffineria e afferma che è tutto sotto controllo. Come molti sostengono, però, il posizionamento della centralina a Croce di Mare ˗  località situata nella parte di levante della costa milazzese ˗ fa temere che non vengano effettivamente rilevati i fumi che il vento spinge da tutt’altra parte.

Nell’area interessata, i cittadini accusano secchezza della bocca e bruciore a naso e occhi. A dirlo è il consigliere comunale Angela Bianchetti ˗ anche componente Adasc e delegato del Comitato Cittadini Pacesi per la Vita ˗ che racconta: «Sabato alle 18.00 ho chiamato il Direttore Generale della Raffineria per denunciare gli odori molesti che avvertiva la popolazione. Hanno assicurato che c’era una piccola perdita e che le squadre addette stavano già provvedendo a sistemarla». Bianchetti racconta del comunicato inviato ai cittadini di Pace del Mela ai quali si chiedeva di rimanere in casa con finestre e porte sigillate. «Il panico che si è creato è dipeso dal fatto che non sapessimo esattamente cosa stesse succedendo e non c’è stato nessuno a rassicurarci. Ci chiediamo, da residenti, se la Raffineria era dotata di schiumogeni per spegnere l’incendio, perché ha aspettato che bruciasse tutto fino alla fine? Tutti gli altri serbatoi sono sotto controllo? Noi chiediamo la sicurezza dei lavoratori e degli abitanti. La Raffineria è obsoleta e deve essere chiusa per effettuarne la bonifica».

Sabato alle 15.30 ad Archi verrà organizzata una manifestazione per protestare contro l’attuale stato di cose. Venerdì alle 18 in piazza Caio Duilio, a Milazzo, altra manifestazione organizzata dai Verdi di Milazzo. Nel frattempo, le mamme di Milazzo non rimangono con le mani in mano, nel pomeriggio saranno davanti al Municipio: tutte con la mascherina.

 

Giusy Gerace

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