L’hotspot che sorgerà all’interno dell’ex Caserma “Gasparro” di Bisconte ha aperto un dibattito destinato a durare ancora a lungo, facendo girare sempre tutto attorno al solito quesito: Messina è in grado di ospitare stabilmente quasi 3mila migranti? Da par suo, il Governo nazionale a questo interrogativo sembra già aver risposto, visto che l’iter per la creazione della struttura va avanti con buona pace delle forze politiche locali, amministrazione compresa, che si sono opposte.
Sul tema dell’accoglienza in senso lato si è detto molto, per qualcuno è semplicemente un atto dovuto verso chi fugge da guerre , per altri invece si tratta solo di un business creato ad hoc per arricchire cooperative e proprietari di strutture alberghiere che si sfregano le mani davanti al costante arrivo di poveri rifugiati da ospitare per chissà quanto tempo.
I migranti ormai fanno parte delle nostre città, li vediamo camminare per le strade con le cuffie nelle orecchie e gli smartphone nelle mani; li vediamo salire sui mezzi pubblici o accompagnati dagli operatori sociali durante alcune manifestazioni pubbliche come i concerti. Quando c’è stato da accogliere, la nostra città è stata in prima fila, dal 2013 ad oggi gli sbarchi sono stati talmente tanti da non fare più notizia.
Una vera e propria prova di maturità per una città martoriata da un’infinità di problemi, ma a spiegare come il Comune abbia provveduto ad affrontare il fenomeno è l’assessore ai servizi Sociali, Nina Santisi: “Il Comune è sempre presente fin dal momento dello sbarco del migrante, naturalmente a gestire tutto l’iter è la Prefettura che ci avverte circa 24 ore prima dello sbarco, a seconda di quando arriva la segnalazione del Ministero. A quel punto la macchina organizzativa si mette in moto, i servizi sociali prendono in custodia i minori non accompagnati, mentre gli adulti vengono presi a carico direttamente dalla Prefettura. Il Comune attiva le procedure per il servizio bus e l’autobotte”.
In questo scenario, recitano un ruolo ben definito anche le strutture sanitarie: “Croce Rossa ed Asp fanno un primo screening del migrante – ha continuato l’assessore – poi si procede all’identificazione nei banchetti della Prefettura. Se il migrante viene identificato come minore viene immediatamente rifocillato con cibo e bevande calde, senza dimenticare che dobbiamo fare la conta sia dei posti disponibili in città che nelle altre realtà siciliane. Adesso siamo molto contenti perché alla “Gasparro” non ci saranno più minori che potranno stare in centri specializzati”.
Proprio sull’accoglienza dei minori, il Comune è spesso finito nel mirino della critica, ma Santisi chiarisce: ”Noi favoriamo l’integrazione, i minori sono inseriti in strutture dove ci sono anche ragazzi messinesi che provengono da esperienze di disagio familiare e sociale. Senza dimenticare che la nostra città ha affrontato casi di soggetti vulnerabili, ovvero che in passato hanno subito torture oppure sono stati vittime della tratta di esseri umani. Di questi casi in città ne abbiamo 71, tutti dislocati in tre diverse strutture, due per donne ed una per soli uomini”.
Molte delle accuse piovute su come Palazzo Zanca abbia gestito sin qui l’accoglienza, sono arrivate dal giornalista e attivista Antonio Mazzeo, che aveva denunciato lo stato di promiscuità (adulti insieme a minori) in cui vivevano molti migranti all’interno delle strutture messinesi.
Mazzeo si sofferma anche sull’utilizzo dei fondi europei, ovvero la tanto discussa retta diaria: “La retta non è per i migranti- dice il giornalista -. Gli enti gestori, come ad esempio onlus o strutture alberghiere, ricevono somme che variano a seconda della categoria di migrante che si sta ospitando. I vulnerabili, ad esempio, arrivano a ricevere anche 72 euro al giorno. Si tratta di una categoria particolare che dovrebbe ricevere un diverso supporto, sia sanitario che psicologico. La tariffa standard è invece di 45 euro al giorno procapite ed è valida per i minori non accompagnati. Tutte le altre rette vengono stabilite dai bandi, l’ultimo bando per la gestione della Caserma di Bisconte prevede il pagamento di 22,50 euro al giorno per ogni migrante adulto”.
Fondi poi utilizzati per la cura del migrante, ma Mazzeo non risparmia altre denunce: “Circa 2,50 euro vengono materialmente dati al migrante che li può utilizzare per comprare il biglietto del tram o le sigarette. Purtroppo però accade che questi 2,50 euro non vengono dati completamente oppure vengono dati sotto un’altra forma, come i buoni pasto o schede telefoniche e tutto ciò non è legale. Gli altri 20 euro vengono utilizzati dalla onlus che si occupa del migrante e dovrebbe pensare ai pasti, al vestiario e all’assistenza sanitaria. Poi quanto questo avvenga realmente è davvero difficile dirlo”.
Antonio Macauda
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