Il Circolo Arci Thomas Sankara e il Teatro Pinelli Occupato, lunedì 28 aprile, alle 16.00, al Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, promuovono un incontro cittadino sulle modalità di accoglienza a Messina dei richiedenti asilo: “Messina città dell’emergenza oppure città dell’accoglienza”. Sarà presente anche il sindaco Renato Accorinti e sono state invitate anche le diverse istituzioni coinvolte. Il percorso si collega alla mappatura già attivata dal Laboratorio per i Beni Comuni.
L’appuntamento — si legge nel comunicato — è «volto a ribadire l’urgenza della chiusura del Pala Nebiolo e della tendopoli, alla luce del persistere delle violazioni più volte denunciate e relative alle condizioni igienico-sanitarie e agli standard minimi di accoglienza» e a cercare soluzioni e modelli di accoglienza più consoni.
Gli ultimi arrivi hanno evidenziato ancor più la condizione di disagio che si crea in quelli che sono già stati definiti “non luoghi” e «l’allontanamento volontario di un sempre maggiore numero di richiedenti asilo e minori non accompagnati dalla struttura di Conca d’Oro — scrivono gli organizzatori — è la prova del mancato rispetto dell’obbligo di informazione giuridica relativa al regolamento Dublino e alle responsabilità dell’accesso alla procedura del riconoscimento della protezione internazionale da parte dell’Italia».
«La retorica dell’emergenza — prosegue la nota — ha giustificato la creazione di centri governativi e centri di prima accoglienza gestiti con dispiego di forze dell’ordine e organizzazioni del terzo settore rispondenti alle regole dell’ordine pubblico. Questa retorica contravviene alle norme comunitarie che prevedono un’accoglienza diffusa, con soluzioni residenziali non militarizzate. Pertanto, ribadendo la nostra contrarietà all’uso di caserme militari come Bisconte o di qualsiasi altro luogo dove far convivere forzatamente un numero elevato di persone solo a causa del loro status, vorremmo proporre modelli di accoglienza proporzionati alle possibilità di una città, questa si in emergenza sociale. L’incontro sarà quindi anche occasione di confronto sull’apertura di un percorso condiviso tra istituzioni e cittadinanza, al fine di promuovere forme solidali e di affidamento dal basso dell’accoglienza di donne, uomini e minori, che abbiano gli stessi livelli dello Sprar, il sistema di accoglienza dei Comuni italiani, con il coinvolgimento diretto dei quartieri e l’autogestione da parte dei cittadini».
(116)