giuseppe contarini e federica carrozza, fotografi messinesi a casa sanremo

Messinesi al Festival: Giuseppe Contarini e Federica Carrozza fotografi di Casa Sanremo

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Atterrati in Liguria, i volti sorridenti, carichi e pronti a mettersi a lavoro: Giuseppe Contarini e Federica Carrozza, due fotografi messinesi a Casa Sanremo. Prima che prendessero il volo, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con loro, ci siamo fatti raccontare un po’ del dietro le quinte del Festival della canzone italiana.

Sì, perché Giuseppe Contarini è un po’ un veterano dell’Ariston. Da anni, infatti, collabora con Gruppo Eventi di Vincenzo Russolillo, che dal 2008 organizza Casa Sanremo, un hub dove si incontrano giornalisti, artisti e addetti ai lavori. Al suo interno hanno trovato posto il gelatiere messinese Giuseppe Arena e, quest’anno, riconfermato per la terza volta, il pizzaiolo Enzo Piedimonte, messinese d’adozione, con la sua pizza dedicata a Chiara Ferragni.

Giuseppe Contarini è salito a bordo già nel 2012, quando ha iniziato a occuparsi dell’organizzazione, mentre negli ultimi anni ha svolto il ruolo di coordinatore dei fotografi. Nell’edizione 2023, dal 7 all’11 febbraio, insieme a Contarini ci sarà anche un’altra fotografa messinese, Federica Carrozza, che si occuperà di data management. In sostanza raccoglierà le schede dei colleghi per salvare, postprodurre e catalogare le foto scattate («ma avrò sempre con me la mia macchina fotografica», ci dice).

Li abbiamo intercettati alla vigilia della partenza per Sanremo, in bilico tra lavoro e valigie, e ci siamo fatti raccontare un po’ di ciò che faranno.

Giuseppe Contarini: dal teatro, alla fotografia, fino a Casa Sanremo

Partiamo dal principio. Classe 1981, Giuseppe Contarini è approdato alla fotografia quasi per caso: «Vengo dal teatro – ci racconta –, inizialmente come attore amatoriale. Poi ho iniziato a fare foto di scena. Lavoro, tra gli altri, con Nutrimenti Terrestri e con Roberto Zorn Bonaventura. Quando capii che fare l’attore non era la mia strada, comprai una Canon usata con due obiettivi e iniziai a fare le prime foto. Mi divertiva e pian piano l’ho trasformato in un lavoro. La mia indole mi spinge verso la ritrattistica e la progettistica».

Attualmente, al primo piano del COSPECS è possibile visitare una sua mostra dedicata al progetto “404 not MAD”, realizzato nell’immediato post-lockdown: «Con questi scatti in studio ho raccontato la mia visione dei postumi della pandemia. MAD sta per “mostra a distanza”. A Natale ho fatto un progetto che ho chiamato “404 Not Christmas”. Uso il “404”, che indica la pagina di errore, perché è stato un po’ come se nella nostra routine ci fosse stato un errore». Un po’ delle sue foto si possono vedere qui.

Un lavoro diverso è invece quello che l’ha portato a Casa Sanremo: «Ho iniziato nel 2012 – ci spiega – con Gruppo Eventi di Vincenzo Russolillo, occupandomi della parte organizzativa, non fotografica. Ogni volta che ho avuto la possibilità, ho sempre cercato di coinvolgere la città di Messina, professionisti e talenti messinesi. Negli anni ho coinvolto la Non solo cibus, ad esempio, persone che preparavano prodotti tipici locali come gli arancini o la focaccia. Abbiamo organizzato giornate dedicate alla Sicilia, ho coinvolto l’Istituto Antonello, la Fondazione Albatros. Ora però mi occupo principalmente dell’ambito fotografico. Sono coordinatore dei fotografi di Casa Sanremo, siamo una decina, e lavoreremo per il palco di piazza Colombo e per il green carpet. Con me ci sarà anche la collega Federica Carrozza, che farà da data manager». 

Quest’anno, ci spiega Giuseppe Contarini, torna “Tra palco e città”, un progetto della Rai realizzato in collaborazione con Gruppo Eventi che si muove tra Casa Sanremo e piazza Colombo, con un green carpet che porta all’Ariston. Sarà sede di esibizioni, programmi radio e tanto altro.  Uno spazio dedicato al territorio, aperto e ricco di eventi.

Federica Carrozza, fotografa dei luoghi abbandonati

Federica Carrozza ha 28 anni e alle spalle già tantissima esperienza in ambito fotografico e di video making. Ha studiato all’Accademia di belle arti di Catania, sta lavorando per prendere il tesserino da giornalista come fotoreporter e per Todo Modo cura una rubrica di fotografia in bianco e nero dedicata ai luoghi abbandonati del Sud Italia. Con Giuseppe Contarini si sono incontrati mentre entrambi lavoravano a servizi foto e video, e qualche mese dopo lui l’ha contattata per chiederle di collaborare per Casa Sanremo. Quando la sentiamo è alle prese con una valigia che non sembra riempirsi da sola, è calma e concentrata, e sta aspettando si faccia l’ora giusta per provare a fotografare la Cometa dei Neanderthal.

A Messina, tra le altre cose, fa spesso foto alle serate del Retronouveau: «Ho sempre lavorato in ambiente musicale – ci racconta –, ho molti amici che hanno delle band, faccio shooting durante gli eventi e in esterno. Diciamo che quello che mi aspetta è simile, però più in grande». Per quanto emozionata, non sembra particolarmente agitata in vista della partenza: «Ho avuto la fortuna durante il percorso di studi, e subito dopo, di incontrare grandi fotografi. Per esempio, ho fatto un workshop con il report Michael Christopher Brown. Sotto questo punto di vista non sono agitata, non ho ansia da prestazione, sono molto metodica, quindi cerco di essere il più fredda possibile. Però è una grande opportunità. Sono davvero contenta dell’opportunità che mi sta dando Giuseppe». Aspettative cerca di non averne: «Se ti aspetti troppe cose, poi stai lì tutto il tempo a pensare e non ti godi il momento. Invece deve essere tutto una sorpresa».

Facendo un passo indietro, chiediamo a Federica Carrozza com’è nata la sua passione per la fotografia: «Non ricordo precisamente quale sia stata la prima macchina fotografica – ci dice –, ma ho un ricordo di me a 10 anni in crociera, che rubavo la macchinetta di mio papà, una vecchia digitale, probabilmente di quelle con le batterie stilo, per scattare fotografie. Gliela rubavo costantemente, le volevo fare io le foto. Poi ho continuato, anche nelle gite scolastiche e in altre occasioni. Mi piaceva, mi dava un senso di controllo sul tempo. La vacanza finiva, ma poi potevo riguardare le foto, mi dava l’impressione che tutto durasse di più. Col tempo, è diventato il mio modo di esprimermi. Nei luoghi abbandonati che vado a fotografare ritrovo quel senso di malinconia che non saprei come esternare diversamente».

Lo sguardo, maturato col tempo, è quello della fotoreporter: «Mi piace l’idea di testimoniare qualcosa che magari abitualmente la gente non vede. A Messina ci sono tanti siti abbandonati. Io sono cresciuta con i grandi magazzini in fiamme, viviamo con quell’ecomostro abbandonato di cui nessuno si cura. Dietro casa mia c’è la Nicholas Green, la scuola abbandonata, è un luogo in cui da bambina andavo spesso. La parte prettamente artistica del mio lavoro è quella di raccontare ciò che la gente non vede. Il mio sogno è quello di fare la reporter di guerra».

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