Gestione rifiuti a Messina. Il 12 gennaio, al Tribunale della città dello Stretto, i creditori di Messinambiente decideranno se accettare il piano concordatario con cui la partecipata si impegnerebbe a pagare 30 milioni euro. Questi soldi dovrebbero servire per risanare i debiti con Agenzia delle Entrate: entro quella data Messinambiente vorrebbe avere in mano il concordato firmato dai lavoratori, per il loro passaggio alla società Messina Servizi Bene Comune.
In vista dell’imminente data i Sindacati di rappresentanza dei lavoratori sono stati convocati a palazzo Zanca, dall’assessore Daniele Ialacqua, per discutere insieme del concordato.
Clausole salienti del concordato
I punti salienti sono due: il Tfr e gli altri conti in sospeso da saldare ai lavoratori per la cessazione del contratto con Messinambiente e i contenziosi tra i dipendenti e la società.
Per quanto riguarda il Tfr il concordato prevede che ne sia pagato un anticipo di 2 mila euro entro 30 giorni dall’assunzione da parte della nuova società; il resto verrà saldato dal Comune alla cessazione del rapporto con Messina Servizi.
Gli altri pagamenti verranno saldati dal Comune escluse le ferie residue, il cui pagamento sarà affidato alla società entrante.
Per quanto riguarda la clausola sui contenziosi tra lavoratori e Messinambiente, chi firma accetterà le condizioni dettate dalla società che dipenderanno dalle situazioni singole ci ciascun dipendente.
Posizione dei sindacati
Di fronte alle clausole proposte dalle due società i sindacati si sono divisi. La Cgil ha accettato tutte le clausole del patto, a non sottoscriverlo, invece, sono stati Cisl, Uil e Fiadel.
«Alla fine – hanno commentato i rappresentanti dei sindacati – nessuna delle richieste che avevamo fatto per garantire maggiori tutele per i diritti dei lavoratori è stata rispettata. Oggi il dato di fatto è che si vogliono mettere i lavoratori con le spalle al muro. Su di loro è stata caricata la responsabilità del futuro di Messinambiente e MessinaServizi, legando le decisioni dei dipendenti al responso sul fallimento della società e non è stato ancora una volta assicurato il rispetto della Legge regionale 9 del 2010, che quantomeno avrebbe blindato il trasferimento del personale alla Srr e poi alla MessinaServizi, così com’è stato per gli ex lavoratori Ato3 e prima ancora per i dipendenti di Messinambiente del cantiere di Taormina».
In ogni caso i sindacati che hanno deciso di non sottoscrivere il concordato garantiranno assistenza a quei lavoratori che, invece, decideranno di accettare tutte le clausole di contratto.
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