Città babba, città fantasma, città rassegnata, città “di passaggio”. Tante, troppe sono state le definizioni date ad una Messina spesso dimenticata, altre volte oltraggiata, altre ancora derisa perché capace di sopportare tutto senza alzare mai la testa. Anche la crisi idrica ha finito per dare questa immagine: una città quasi rassegnata alla privazione di un bene sacro qual è l’acqua, il senso civico dei messinesi scambiato per assuefazione alla sottomissione. Ma Messina non è questa. Messina non è una città rassegnata. Messina è una città che sa alzare la voce e la testa. Messina è una città capace di farsi ascoltare e di rivendicare i propri diritti. Messina è questo ed anche il contrario di questo.
Perché Messina è ciò che i messinesi decidono che debba essere. Siamo noi, i messinesi, non l’avvocato Tizio, l’operaio Caio, il disoccupato Sempronio, non il giornalista, il sindacalista, il politico di destra, sinistra, centro o “X”. Siamo noi, i messinesi, a decidere cosa debba essere Messina. Troppe volte è stato delegato ad altri questo straordinario potere decisionale che solo noi, ogni giorno, ogni minuto, abbiamo la facoltà di esercitare, rivendicandone diritti e riconoscendone le responsabilità. Ognuno di noi ha un ruolo, professionale, sociale, ognuno di noi è diverso dagli altri ed è nella diversità, nella condivisione, nella civile convivenza e cooperazione delle diversità che una comunità cresce. Ma c’è un solo cielo per tutti e sotto il cielo messinese troppe volte questa città non è riuscita ad essere comunità. Una somma di individui, spesso contrapposti l’uno all’altro, politicamente, professionalmente, individualmente, e non un insieme omogeneo con una sola identità: l’essere messinesi. Non una rivendicazione fine a se stessa ma un messaggio chiaro e forte, da lanciare fuori dai nostri confini, dove ora a Palermo, ora a Roma, guardano allo Stretto come si guarda un cagnolino vagabondo a cui lanciare, ogni tanto, un boccone e nulla più; un messaggio rivolto anche a chi è al di qua, dei confini, a chi quell’immagine di rassegnazione e assenza di orgoglio e dignità civica l’ha alimentata, anziché combatterla.
Il messaggio è uno e uno solo: Messina c’è, Messina esiste. Senza colori, senza bandiere, senza cognomi. E non perché i messinesi debbano rinunciare anche a questi baluardi di una identità individuale da difendere fino in fondo, ma perché colori, bandiere, cognomi, se uniti nelle diversità, se trasformati in un’unica identità comune, se illuminati dalla luce di centinaia di fiaccole di speranza sotto quel cielo che in fondo è uguale per tutti, possono dimostrare che al di qua dello Stretto c’è un cuore che pulsa, che è vivo, che non si è rassegnato e che è disposto a lottare pur di difendere quella dignità troppe volte calpestata.
Messina è viva ed ha bisogno dei messinesi, oggi come non mai. Ed è per questo che sabato 14 novembre 2015, a partire dalle ore 17.30, vogliamo far sfilare tutta la Messina che ci crede ancora , in una fiaccolata corale. Vogliamo uscire dalla palude. Messina c’e’ #MessinaEsiste
Il corteo partirà da piazza Cairoli lato monte per percorrere il corso Garibaldi fino alla Prefettura e invertira’ la marcia transitando sul corso Cavour fino piazza Antonello terminando dinnanzi Palazzo Zanca .
I promotori dell’evento chiederanno a tutti i commercianti di esporre una candela accesa nelle vetrine delle attivita’ che insistono lungo tutto il percorso della fiaccolata .
L’evento creato per i cittadini e da cittadini non prevede, per sua propria natura, la presenza in corteo di figure istituzionali e pertanto il comitato promotore prevede unicamente la consegna di un documento a S.E. il Prefetto dott. Stefano Trotta e al Sindaco prof. Renato Accorinti durante il passaggio dalle rispettive sedi istituzionali. Aprira’ il corteo una delegazione di lavoratori del Birrificio Messina .
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