Siamo ancora alle ipotesi. Nonostante siano passate due settimane dal guasto alla condotta Fiumefreddo da cui è scaturita l’emergenza idrica, nessuna decisione è stata ancora presa per riportare l’acqua nelle case dei messinesi. La Protezione Civile nazionale ha ormai assunto il comando delle operazioni e questa mattina è ufficialmente iniziata l’attività del gruppo di lavoro coordinato dall’ingegnere Calogero Foti, nominato dal numero uno Curcio come commissario delegato per la gestione dell’emergenza.
Nel pomeriggio si è tenuta una riunione tecnica nella sede provinciale della Protezione Civile in viale S.Martino. All’incontro hanno partecipato il capo Fabrizio Curcio e lo stesso commissario Calogero Foti, insieme al sindaco Accorinti, all’assessore De Cola, ai vertici Amam e agli esperti di Cea e Università.
Come già anticipato ieri, la Protezione Civile opererà sia sul piano emergenziale sia su quello progettuale per la riparazione della condotta Fiumefreddo. Ma proprio su questo fronte mancano ancora le certezze. In mattinata, l’assessore regionale Maurizio Croce aveva parlato della possibile costruzione di un bypass provvisorio che prevede il rinforzo della conduttura già esistente tramite tubi flessibili. Un’operazione che – a detta del componente della Giunta Crocetta – si potrebbe concludere in pochi giorni.
Un’alternativa valida per aumentare la portata idrica e restituire progressivamente un servizio fondamentale alla città. Ma sul tema la Protezione Civile continua ad andarci cauta. “Nel corso della riunione – ha spiegato il commissario Calogero Foti – sono stati presentati diversi progetti. Tra questi vi è l’installazione di tubi flessibili che arriverebbero dalla Germania. Tuttavia, bisogna agire con molta cautela visto che sotto la frana insiste un centro abitato che va assolutamente tutelato. Arriveremo a una determinazione solo dopo una valutazione geotecnica. I tempi? Abbiamo voglia di fare presto, ma dobbiamo operare in modo perfetto e questo richiede cautela. Un’eventuale nuova rottura della condotta, infatti, provocherebbe un ulteriore smottamento con conseguenze serie”.
La cautela con cui opera la Protezione Civile è sicuramente comprensibile, ma non bisogna dimenticare che dall’altra parte ci sono migliaia di famiglie in attesa e il non poter fornire ancora notizie certe dopo ben 14 giorni, non è più accettabile.
(417)