Il sindaco di Messina Cateno De Luca ha chiesto ufficialmente l’inserimento della Vara e della Passeggiata dei Giganti nel patrimonio dei beni immateriali Unesco. Soddisfatto l’assessore alla Cultura, Enzo Caruso: «La processione della “machina votiva” è da cinquecento anni un evento unico nel suo genere per spettacolarità, fede e devozione popolare». La documentazione a supporto della domanda è stata curata dagli esperti Nino Principato e Franz Riccobono, noti cultori messinesi di Storia Patria.
Le tradizioni principali dell’Agosto messinese potrebbero presto entrare a far parte del patrimonio Unesco e ricevere dunque le conseguenti tutele. Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, ha infatti firmato la richiesta poi inoltrata all’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura e alla “Fondazione Patrimonio Unesco” per inserire la Vara e la Passeggiata dei Giganti nell’elenco delle “Feste e Tradizioni” censite dai rispettivi Istituti.
A commentare la richiesta è l’assessore alla Cultura, Enzo Caruso: «In considerazione del valore storico ed etnoantropologico, – sottolinea l’esponente della Giunta – i suddetti eventi risultano essere tra le “Feste e Tradizioni” più antiche della Sicilia e sono da annoverare quali elementi identitari della tradizione di Messina. Da secoli, infatti, esse sono parte inscindibile del vissuto della Città avendo, nonostante guerre e terremoti, superato indenni le tante avversità per mantenersi intatte, con tutto il loro fascino, fino ai nostri giorni. La processione della grande “machina votiva” della Vara del 15 agosto, giorno dell’Assunzione in cielo della Vergine, progettata in occasione della visita a Messina dell’Imperatore Carlo V, è da cinquecento anni un evento unico nel suo genere per spettacolarità, fede e devozione popolare».
«Al Pari della Festa di S. Rosalia a Palermo e della Varia di Palmi – conclude l’assessore Caruso – auspichiamo che le secolari Feste agostane messinesi possano essere inserite presto a pieno titolo nel prestigioso elenco dei Beni Immateriali d’Italia».
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