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Messina. Stop al Comitato “No Montemare”, nasce quello per il DecentraMEnto: gli obiettivi

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Due nuove Municipalità, dare la possibilità alle circoscrizioni di impiegare i percettori del Reddito di Cittadinanza, valorizzare le feste nei villaggi, creare un piano di interventi nelle periferie: queste alcune delle proposte del Comitato per il DecentraMEnto di Messina, sorto dalle ceneri di quello per il “NO” al Referendum Montemare.

Scartata con la bocciatura del Referendum del 12 giugno 2022 l’ipotesi della creazione di un nuovo Comune per parte della VI Municipalità di Messina, il Comitato per il “No” si trasforma e si propone un nuovo obiettivo. Quale? Quello di promuovere attraverso la propria attività il rafforzamento del decentramento in città, che comporterebbe maggiori possibilità di azione per le circoscrizioni.

«La questione Montemare – sottolineano – ha fatto tornare forte in città il tema delle periferie, della loro valorizzazione, del rilancio di identità, luoghi, storie e manufatti che sono parte di ciò che è Messina. L’assenza di infrastrutture e, talvolta, di servizi essenziali che stanno condannando giorno dopo giorno i nostri villaggi collinari ad una lenta ma inesorabile morte».

Partendo da questa constatazione, il Comitato fa quindi una serie di proposte (che riportiamo per intero più in basso nell’articolo) e che prevede, tra le altre cose, anche la costituzione di due nuove circoscrizioni scindendo sia la I che la VI. Una proposta che potrebbe trovare il parere favorevole della Giunta Basile e, in generale, di molte forze politiche della città. A luglio, l’Amministrazione Basile ha formulato un atto di indirizzo per la creazione di una VII circoscrizione, in campagna elettorale, la coalizione di centrosinistra aveva fatto una proposta analoga e nei giorni scorsi anche tra le file del centrodestra è arrivata la richiesta di rivedere i confini delle Municipalità.

Messina, gli obiettivi del Comitato per il DecentraMEnto

«Quando abbiamo avviato il percorso del nostro Comitato per il NO a Montemare – spiegano – eravamo consapevoli che, se volevamo davvero rilanciare i nostri villaggi, il nostro NO doveva portare con sé proposte ed azioni fattive e costruttive, delle risposte alla domanda: Come rendiamo nuovamente vivibili, attuali ed attrattive le periferie e le nostre zone collinari?».

Questo il punto di partenza del Comitato per il DecentraMEnto, di seguito le proposte riportate in maniera integrale:

  1. Passaggio integrale alle Municipalità: è tempo che tutte le circoscrizioni diventino, pienamente, Municipalità, con una propria dotazione di poteri di intervento e di fondi necessari a poter velocizzare azioni immediate sul territorio. E’ impensabile che Palazzo Zanca debba occuparsi persino di una buca in una strada secondaria. Serve dunque attuare il decentramento amministrativo senza, ovviamente, ledere al principio di trasparenza e corretta gestione amministrativa e della spesa. Urge dunque una riforma degli statuti delle “vecchie” Circoscrizioni, in modo da adeguarle al concetto di Municipalità, come fatto anzitempo dalla quinta circoscrizione (ora Quinta Municipalità);
  2. Creazione di due nuove Municipalità: serve scindere in due le attuali prima e sesta circoscrizione, decisamente troppo ampie e che raccolgono una porzione di cittadini dalle esigenze troppo variegate. Un abitante di Altolia non ha le stesse esigenze di un abitante di Tremestieri, come un abitante di Gesso non ha le stesse esigenze di un abitante di Torre Faro. Ma non è solamente una questione di esigenze dei cittadini ma anche dei territori, i territori ricompresi in queste circoscrizioni sono ampi e diversi per esigenze gestionali e di sviluppo. I nomi di queste due nuove Municipalità? Beh, per la nuova municipalità derivante dalla divisione del primo quartiere: “Pilieri”, per quella invece derivante dalla divisione del sesto: “Tramontana” come gli storici casali che da sempre sono peculiarità di quei territori. Al fine di contenere i costi di funzionamento i consiglieri municipali andrebbero ridotti da 9 a 7. I Municipi Messinesi dovranno seguire il modello Romano, con la possibilità di nominare degli assessori Municipali che possano occuparsi di specifiche tematiche. Andranno anche rivisti i confini delle municipalità, facendo ricadere i luoghi effettivi di erogazione dei servizi all’interno della municipalità (capita infatti che, ad esempio, taluni Messinesi residenti in quarta circoscrizione votino in luoghi afferenti la terza), in un’ottica di funzionalizzazione dei Municipi, ripensandoli come divisioni amministrative utili all’erogazione di servizi “quotidiani” per i cittadini, i quali non dovranno più recarsi a Palazzo Zanca per il disbrigo di pratiche, alleggerendo così la casa Municipale e rendendo più capillari i punti di accesso alla PA da parte degli utenti. Tutto ciò potrà essere accompagnato ad un monitoraggio delle performance dei Municipi, in relazione alle pratiche lavorate, alle richieste ed ai servizi offerti, in modo da intervenire sistematicamente nelle aree di maggior criticità, ottimizzando la spesa;
  3. Creazione di un piano di interventi nei villaggi e nelle periferie: serve programmare, anche su un ampio lasso temporale, gli interventi infrastrutturali e non nei villaggi e nelle periferie. Come? Mediante un piano che elenchi in maniera analitica le urgenze oggettive di intervento attuali e prospettiche. Tale piano può essere implementato anche mediante la partecipazione diretta dei cittadini mediante l’invio di osservazioni e proposte di interventi da parte degli stessi, utilizzando un modello simile a quello già utilizzato dal Comune di Messina per l’invio di osservazioni sul PUMS o per la presentazione dei progetti di Democrazia partecipata;
  4. Valorizzazione di feste e tradizioni dei villaggi: I nostri villaggi sono vivi tutto l’anno! A scandirne la vita sono storie, tradizioni, ricorrenze, memorie ed antiche specialità tramandate nel tempo. Ogni anno i nostri villaggi festeggiano momenti storici di vario genere ove si scoprono e riscoprono, è ora di mettere tali eventi “a sistema” all’interno di un calendario annuale che renda attrattivo il nostro territorio tutto l’anno! Messina deve infatti diventare meta per tutti i 365 giorni dell’anno e quale miglior modo se non valorizzare quanto già esistente? Creando così un filo conduttore storico, folkloristico ed innovativo che si intrecci anche con eventi in centro città. Il tutto debitamente pubblicizzato dal Comune di Messina e, nondimeno, coordinato. Tale azione consentirebbe non solo di far conoscere la nostra città all’esterno dei confini Comunali ma anche di far conoscere spazi, luoghi ed eventi del nostro territorio ai … Messinesi stessi! Troppo spesso non a conoscenza di eventi e storia del territorio ove siamo nati. Altra grande occasione in tal senso è quella di poter riscoprire e potenziare storie e tradizioni dei nostri villaggi, i quali potrebbero avere vantaggio nell’ulteriore studio di determinati eventi al fine del potenziamento delle varie manifestazioni.
  5. Risposte immediate: dare la possibilità ai Municipi di avviare i progetti RDC: Impiegare i percettori del Reddito di Cittadinanza per l’esecuzione di compiti socialmente utili funzionali alle esigenze dei Municipi. Nel Comune di Messina sono circa 10.000 i percettori di Reddito di Cittadinanza che sono nelle condizioni di poter partecipare ai progetti sociali a loro dedicati, bisogna dunque estendere la possibilità di sottoscrivere accordi e progetti in tal senso anche ai Municipi affinché possano, con tali progettualità, impegnare i percettori residenti nel rispettivo Municipio, facendo sì che gli stessi acquisiscano competenze e, contemporaneamente, rendano un servizio alla collettività rispondendo alle esigenze basilari e quotidiane del Municipio ove vivono ai sensi della normativa vigente. In tale percorso i Municipi, soprattutto in una prima fase, potranno essere assistiti dal Comune di Messina il quale svolgerà ruolo di monitoraggio e coordinamento.

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