foto di una manifestazione della rete no ponte di messina

Messina, si inaugura lo spazio “NO Ponte”: «Si rischia l’ennesima incompiuta»

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«Il nostro territorio rischia di essere sventrato, il nostro paesaggio deturpato e l’ambiente compromesso, con il rischio, peraltro, che l’ennesima incompiuta»: a Messina nasce uno “spazio” per dire “NO” al Ponte sullo Stretto. Sarà inaugurato sabato 4 febbraio, in via Centonze.

Da mesi ormai si parla del Ponte sullo Stretto come di un’opera pronta a partire. La scorsa settimana lo stesso Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Matteo Salvini, ha annunciato l’intenzione di aprire i cantieri entro il 2024. Di fronte a queste parole, il “popolo NO ponte” di Messina ha deciso di riunirsi per ribadire la propria ferma contrarietà. Lo “spazio NO Ponte” sarà inaugurato sabato 4 febbraio, alle ore 20.00, al n.197 di via Centonze.

Di seguito, la nota con cui i promotori dell’iniziativa hanno annunciato la nascita di questo nuovo spazio: «A sentire il Ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini – riporta il documento – entro due anni verrà posata la prima pietra del Ponte sullo Stretto. È vero che di questi annunci ne abbiamo sentiti tanti e a sentire Presidenti del Consiglio e Ministri che si sono succeduti nel tempo il Ponte avrebbe già dovuto essere costruito da un pezzo. Non ci sarebbe da credergli, ma è vero che una maggioranza politica nazionale, regionale e locale così omogenea non si è mai vista e in campagna elettorale le forze politiche che vi fanno parte hanno sbandierato il ponte sullo Stretto come obbiettivo prioritario e che anche tra le opposizioni politiche parlamentari e locali sono più i favorevoli che i contrari. Il pericolo che i lavori del Ponte vengano avviati è, dunque, reale».

«Il nostro territorio – si legge nelle nota – rischia di essere sventrato, il nostro paesaggio deturpato e l’ambiente compromesso, con il rischio, peraltro, che l’ennesima incompiuta lasci per decenni la nostra città ostaggio di cantieri che non si chiudono mai. E tutto questo perché? Cosa ci guadagneremmo? I fan del Ponte sbandierano centinaia di migliaia di posti di lavoro totalmente infondati e opere compensative che non verranno mai realizzate, ma la verità è che l’enorme campagna propagandistica a favore dell’opera è gestita da quelle corporazioni che avrebbero un vantaggio dal semplice avvio dell’iter. Sì, perché il Ponte è questo: un flusso finanziario che non si è mai fermato e che trasferisce soldi pubblici nelle tasche di progettisti e società di costruzione».

«Per il Ponte, infatti – concludono i promotori dell’iniziativa –, sono già stati spesi circa 500 milioni di euro senza alcun vantaggio per il territorio e il rischio è che altri 700 milioni possano essere pagati in penali. Oggi, gli stessi che hanno causato questo disastro vogliono continuarlo con ulteriore sperpero di denaro pubblico. Il popolo No Ponte, però, è molto più forte di quanto partiti e giornali vorrebbero raccontare. Lo ha sempre dimostrato attraverso le proprie manifestazioni e continuerà a farlo. Noi le risorse economiche che vorrebbero sperperare con il ponte sullo Stretto le vogliamo per opere utili e sostenibili. Le vogliamo per mettere in sicurezza il nostro territorio che frana ad ogni pioggia. Le vogliamo per mettere in sicurezza le nostre città dal rischio sismico. Le vogliamo per avere strade e ferrovie degne di questo nome. Le vogliamo per avere una sanità soddisfacente. Vogliamo scuole, asili, servizi pubblici. Vogliamo ciò che serve davvero ai cittadini, non cosa serve al partito degli affari».

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