scuola cesareo di messina al rientro durante il coronavirus

Messina, Scuola Cesareo. La Fauci: «Assembramenti illogici per misurare la temperatura»

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«Il primo giorno in alcune scuole di Messina è stato quello dell’evidenza della disorganizzazione» non fa giri di parole il consigliere comunale Giandomenico La Fauci che denuncia le criticità riscontrate in diversi istituti della città al ritorno tra i banchi – in particolare nella Scuola Cesareo – e alla prova del fuoco delle misure di sicurezza contro il coronavirus.

Nel mirino dell’esponente di Ora Messina, in particolare, l’esecutivo guidato dal presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte: «Se è questo il lavoro che il Governo ha fatto per mettere in sicurezza plessi e alunni, allora, siamo messi davvero male».

Già dal 14 settembre 2020, data in cui le prime scuole hanno iniziato a riaprire le porte agli studenti, le prime criticità sono emerse e hanno generato molte polemiche. I principali temi su cui si è innestato il dibattito sono stati la carenza di aule (problema che la Preside del Nautico Maria Schirò ha definito “atavico” per Messina) e la necessità di reperire nuovi banchi.

Ad aggiungere ulteriori tasselli, oggi in concomitanza con la riapertura di molte delle altre scuole della città, è il consigliere Giandomenico La Fauci, che commenta: «I problemi sono diversi e di pari importanza: la misurazione della temperatura all’esterno delle scuole è, spesso, difficoltosa perché non tutti i plessi hanno lo spazio necessario per rispettare le distanze previste. I ragazzi si ammassano, restano in fila per tantissimi minuti e regna il caos. A questo va aggiunta, cosa di non poco conto, la condizione degli esterni delle strutture».

«In particolare – prosegue l’esponente di Ora Messina –, poi, ho ricevuto segnalazioni da decine di genitori sulle condizioni della scuola Cesareo, di cui allego foto e video, che denunciano i pericoli e disagi che i propri figli corrono nell’attendere l’applicazione del protocollo previsto. Lo spazio necessario è ridotto, così che diventa chiaro creare assembramenti illogici. Poi, c’è da valutare la condizione dell’esterno che presenta varie criticità: piazzale sporco, pieno di terra e foglie che, un domani, con la pioggia costringeranno i bambini ad attraversare una distesa di fango nella quale attendere la misurazione della temperatura. Assurdo che in tanti mesi non si sia risolta questa situazione».

«Non è accettabile – conclude Giandomenico La Fauci –, e denota la pochezza gestionale di questo Governo, che si possa pensare di rimandare i nostri ragazzi a scuola in queste condizioni. Non esiste alcuna organizzazione reale, solo linee guida difficili da rispettare vista la diversità di ogni plesso. Nei momenti della misurazione della temperatura si crea solo confusione e lunghe attese, attimi che vengono trascorsi in spazi poco consoni o in mezzo alla strada. A breve, poi, tornerà il maltempo e non possiamo non pensare come saranno le mattine di questi ragazzi costretti a subire la disorganizzazione del governo sulla propria pelle».

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