Migranti. Il vice premier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha detto no all’arrivo della Aquarius nei porti italiani. La nave di Medici senza Frontiere ha a bordo 629 migranti (tra i quali 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte) ma l’arrivo in Italia è stato commentato dal leader della Lega con un duro #chiudiamoiporti. «Da oggi anche l’Italia comincia a dire NO al traffico di esseri umani. NO al business dell’immigrazione clandestina. Il mio obiettivo è garantire una vita serena in questi ragazzi in Africa e ai nostri figli in Italia» questo il tweet condiviso sui social da Salvini e che ha scatenato un dibattito acceso sul web a cui hanno preso parte anche i sindaci delle citta di Napoli, Palermo e Messina.
Il sindaco Luigi De Magistris fa sapere che il porto di Napoli è pronto ad accoglierli, affermado su Twitter che la città è pronta « per salvare vite umane». Parole simili sono state usate anche dal primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, che ha sottolineato come il capoluogo siciliano è stato e sempre sarà pronto ad accogliere impegnate nel salvataggio di vite umane nelle acque del Mediterraneo.
A far sentire la loro voce sull’argomento ci sono anche il sindaco uscente di Messina Renato Accorinti e la sua Giunta. Mentre nella città dello Stretto si sono appena chiuse le urne, la squadra di Accorinti lancia l’hashtag #WelcomeAquariusInMessina e pubblica le seguenti dichiarazioni: «L’esordio del Ministro Matteo Salvini nella gestione dell’accoglienza migranti ci lascia esterefatti, sia nella dimensione umanitaria negata, che nella conoscenza delle leggi del mare. Non si può pensare di prescindere dai diritti universali dell’uomo e dal diritto della navigazione nei quali l’essere umano è sacro a prescindere dal colore della sua pelle e del suo paese d’origine. E’ dovere primario accogliere e ad una politica disumanizzante ci contrapponiamo con una politica fatta di diritti e di valore delle persone. Che Matteo Salvini si assuma personalmente tutte le responsabilità dei rischi potenziali dovuti a tale rimpallo di responsabilità tra Malta e il nostro paese, strumentali ad una azione di forza che non può essere consentita, trattandosi di vite umane. Che i suoi alleati politici comprendano le complicità cui si prestano».
(587)