Con una relazione di 81 pagine la Corte dei Conti chiede chiarimenti alla Giunta De Luca circa il Piano di Riequilibrio della città di Messina che, per il magistrato istruttore, la consigliera Adriana Parlato, presenta «numerose criticità e perplessità». Criticità che la sezione controllo di Palermo riassume in 10 punti, dalla «difficoltà delle riscossioni», alla «scarsa attendibilità delle relative previsioni», fino all’«effettiva sostenibilità del piano».
Come una doccia gelata sulla Giunta De Luca, la relazione della sezione di controllo di Palermo della Corte dei Conti ha visionato il piano di riequilibrio presentato dalla città di Messina e ne ha evidenziato diverse criticità, su cui il Comune dovrà relazionare per non rischiare di vedersi bocciare il documento. La situazione, insomma, non è tutta “rose e fiori” e a sottolinearlo sono stati anche i consiglieri comunali durante l’ultima Seduta in Aula, e l’Onorevole Francesco De Domenico, che ha evidenziato: «Quanto scritto dalla Corte dei Conti nelle conclusioni del documento istruttorio ci preoccupa, e non poco, in quanto l’approvazione o meno del piano di riequilibrio condizionerà il futuro finanziario e lo sviluppo economico e sociale della nostra città per i prossimi venti anni, talché non può, per nessun motivo, essere considerata una “vicenda privata del sindaco e della sua amministrazione”, bensì una fondamentale questione che deve essere discussa nelle sedi istituzionali per giungere ad una “operazione verità sui conti” non più procrastinabile».
Di fronte a quanto scritto dall’estensore della relazione per la Corte dei Conti, il magistrato Adriana Parlato, il presidente della Commissione Bilancio del Comune di Messina, il consigliere Massimo Rizzo, ha annunciato l’intenzione di convocare un’apposita Seduta: «A breve – ha scritto sui social – inviterò in Commissione Bilancio l’assessore al bilancio e vice Sindaco perché la città ha diritto a conoscere la reale situazione dei conti. Ed i confronti si fanno in aula…».
Pubblichiamo, di seguito, i 10 punti evidenziati dalla Corte dei Conti sulle «numerose criticità e perplessità in ordine alle quali l’ente, in fase di contraddittorio, potrà offrire il proprio contributo»:
- alle difficoltà nelle riscossioni, il cui miglioramento, se si intende perseguire un effettivo riequilibrio finanziario, dovrà necessariamente riguardare la totalità delle entrate proprie e non solo lo specifico segmento del contrasto all’evasione valorizzato nel piano;
- alla scarsa attendibilità delle relative previsioni, avuto riguardo all’andamento rilevato;
- ai dubbi sulla congruità della parte accantonata del risultato di amministrazione (FCDE; Fondo contenzioso; Fondo perdite società partecipate), con conseguente eventuale emersione di un incremento del risultato negativo di quella disponibile;
- alle perplessità avanzate in merito alla parte vincolata;
- all’insoddisfacente quadro informativo riguardante gli organismi partecipati e all’ eventuale presenza di oneri latenti dalle stesse derivanti;
- all’esigenza di chiarire gli aspetti contrastanti e lacunosi precisati in sede di analisi dell’evoluzione dei debiti fuori bilancio e della congruità degli accantonamenti finalizzati a fronteggiare le passività potenziali eventualmente derivanti dal contenzioso in atto (con riferimento sia a quello incluso nel piano che a quello successivamente insorto);
- alla necessità di documentare il dichiarato conseguimento di tutti gli obiettivi di risanamento relativi alla diminuzione delle spese correnti mediante il raffronto fra gli specifici capitoli del bilancio dell’esercizio di riferimento (2017) e dei capitoli dei rendiconti d’interesse (esercizi 2019-2020);
- alle perplessità sulle modalità di quantificazione degli obiettivi annuali di contrazione della spesa per il personale, che non appaiono attendibili;
- all’effettiva sostenibilità del piano, avuto riguardo alle superiori osservazioni relative alla massa passiva effettivamente residua, all’efficacia delle correlate misure e all’attendibilità delle relative proiezioni;
- all’approvazione del rendiconto 2020, non pervenuto.
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