Per Antonio Saitta l’ordinanza De Luca è «giuridicamente inefficace» oltre che una «cinica operazione di propaganda politica». Il professore, ordinario dell’Università di Messina ed esponente del PD, contesta la validità del provvedimento di contenimento del coronavirus varato dal Sindaco e spiega perché, secondo lui, non potrà essere applicato.
Ha generato non poco clamore l’ordinanza firmata dal sindaco Cateno De Luca e illustrata ieri sera in diretta Facebook contenente alcune misure molto restrittive per contenere la diffusione del COVID-19 a Messina. Il provvedimento si discosta in diversi punti dal documento varato dal premier Conte l’11 marzo e, secondo Antonio Saitta, ordinario di diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza, non avrebbe validità perché, spiega, il Sindaco non ha il potere di fare ordinanze in contrasto con i decreti del Governo.
Ordinanza De Luca. Saitta: «è giuridicamente inefficace»
«Il Sindaco De Luca – esordisce Antonio Saitta – ha messo in piedi un’operazione cinica di propaganda politica, giuridicamente inefficace, buona solo ad accrescere la confusione e le difficoltà dei messinesi».
«I sindaci – spiega Saitta – possono emettere “in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti” (art. 50 del Testo Unico enti locali in base al quale ha agito). Quindi possono essere adottate solo per emergenze locali (e il Coronavirus è mondiale) e i provvedimenti devono essere urgenti (ed è ridicolo dichiarare l’urgenza e fare entrare in vigore l’ordinanza dopo due giorni)».
«L’ordinanza del Sindaco – prosegue – copia in parte vecchi provvedimenti del Governo (e, quindi, è superflua) o adotta misure che non ha i poteri per fare e, comunque, in contrasto con quelli nazionali».
A questo proposito, il professore fa qualche esempio: «“Il divieto di ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dal territorio del Comune” (che significa bloccare treni, navi, pullman, autostrade, cioè isolare Messina e la Sicilia), la chiusura degli studi, anche medici, e dei laboratori di analisi, la chiusura degli ottici e delle edicole (chi rompe gli occhiali che fa? Nessuno si può più informare?). Non si capisce quali siano i settori del commercio all’ingrosso e della produzione di servizi possibili (chi rifornisce le farmacie, gli ospedali, gli alimentari, i benzinai?)».
«Proprio per evitare questo caos – sottolinea Saitta –, il governo con l’art. 35 del D.L. n. 9/2020 ha vietato ai sindaci di fare simili ordinanze».
«Mi si accusa – prosegue – di fare politica, di preoccuparmi della legge e non della salute dei cittadini. È esattamente il contrario: la nostra vita può essere protetta se ci comportiamo tutti con responsabilità e ragionevolezza, se rispettiamo competenze e ruoli di ciascuno. Questo vale per l’ultimo come per il primo cittadino, che invece a Messina si vanta, per chi ci vuol credere, di dettare la linea al Governo e invece aumenta solo panico e confusione con provvedimenti di pura propaganda, sostanzialmente inutili, illegittimi e quindi dannosi».
«Meno male che a Roma – conclude Antonio Saitta – esiste un governo con la testa sulle spalle e che altri 8.999 comuni d’Italia non hanno sindaci simili al nostro. Mi auguro che chi ne ha l’autorità intervenga per fare chiarezza a beneficio di tutti noi».
(1856)