«Dobbiamo prendere consapevolezza del problema e per questo motivo costituiremo un’unità di crisi che si riunirà periodicamente per capire come sta procedendo il lavoro di ricognizione sugli istituti scolastici». Questa la decisione del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, presa a margine della riunione sulla sicurezza negli edifici scolastici in Sicilia che si è svolta ieri pomeriggio a Palermo.
All’incontro, naturalmente, era presente anche il sindaco di Messina, Cateno De Luca, che ha illustrato la preoccupante situazione delle scuole della città, venuta fuori dalle verifiche sulla sicurezza effettuate nelle scorse settimane. «Siamo stati bacchettati dall’assessore regionale alla pubblica istruzione, Roberto La Galla – ha dichiarato il primo cittadino – per non aver presentato istanze idonee in occasione dei vari bandi regionali che hanno messo a disposizione centinaia di milioni di euro per queste finalità». Una chiara frecciatina rivolta all’Amministrazione Accorinti che avrebbe sprecato diverse opportunità di finanziamento per mettere “in regola” le scuole di Messina.
Al momento, quindi, gli istituti che non possiedono le necessarie certificazioni si sicurezza restano chiusi, su questo De Luca non transige. «Quando avrò la certificazione che non ci sono rischi sotto il profilo sismico revocherò l’ordinanza» ha dichiarato il sindaco che oggi, alle ore 10:00, incontrerà il Prefetto per fare un nuovo punto della situazione.
Cosa succederà adesso
La campanella per alcuni istituti scolastici potrebbe davvero tardare a suonare. L’inizio delle lezioni, infatti, per alcuni studenti messinesi potrebbe iniziare ad ottobre e per altri l’unica soluzione possibile essere quella dei doppi turni. La città di Messina è stata individuata per il progetto pilota di redazione delle schede AEDES che consentirà, ad una task force formata da tecnici della protezione civile e del genio civile, di stabilire entro un mese la vulnerabilità sismica di tutti i plessi scolastici. Un progetto ambizioso ma al momento rappresenta l’unica strada da intraprendere per ridurre al minimo il ritardo dell’inizio dell’anno scolastico e garantire il diritto allo studio, per cui è iniziata anche una vera e propria battaglia guidata dai presidi messinesi.
Questa mattina, inoltre, sarà istituito un gruppo di progettisti interni al Comune che si occuperà di realizzare un parco progetti di messa in sicurezza di tutti i plessi scolastici di Messina, al fine di ottenere le risorse che già altre città hanno avuto assegnate in questi anni proprio per la messa in sicurezza. Proprio qualche settimana fa, infatti, la Regione ha approvato e trasmesso al Ministero dell’Istruzione le graduatorie del Piano per l’edilizia scolastica siciliana per i prossimi tre anni redatte in base al bando pubblicato ad aprile scorso dal governo regionale e curato dall’assessorato all’Istruzione.
Oltre quattrocento gli interventi finanziabili inclusi: 356 dei Comuni e 91 delle ex Province. A disposizione, nell’immediato, ci sono 272 milioni di euro per opere cantierabili già a partire da quest’anno, secondo una graduatoria definitiva che sarà elaborata dal Miur entro ottobre. Le opere previste sono finalizzate a ristrutturazione, adeguamento antisismico e antincendio, ampliamenti o realizzazioni di nuove costruzioni, palestre, mense, aree ricreative e rimozione di barriere architettoniche.
Ma per poter scrivere davvero la parola fine sul capitolo della sicurezza delle scuole, dovremo aspettare almeno un anno. «Serve una sinergia tra istituzioni dello Stato, regionali e locali: questo è il ruolo che la Regione vorrà svolgere – ha specificato il presidente della Regione Musumeci. Assieme ai sindaci e ai presidenti delle ex Province, sono sicuro che, entro qualche anno potremo, uscire anche da questa condizione di emergenza».
I dati regionali
Il vertice di Palermo ha evidenziato che non solo quelle di Messina, ma le scuole di tutta la regione Sicilia versano in una situazione complicata. Secondo i recentissimi dati dell’anagrafe regionale, infatti, circa il 60 per cento delle strutture scolastiche dell’Isola non è in regola con le certificazioni antisismiche e il 70 per cento è senza l’agibilità. Inoltre, l’85 per cento delle scuole è in territorio sismico e solo il 28 per cento è accatastato.
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