Sono passate appena due settimane da quando un tranquillo sabato sera si è trasformato in un episodio da dimenticare: due ragazzi, in un locale di via Garibaldi, sono in fila, davanti alla toilette, quando un altro, poi identificato dalla Polizia e arrestato, arriva con la chiara intenzione di non attendere il proprio turno ed usufruire del servizio, incurante degli altri in attesa. Nascono parole, anche accese, poi la rissa, costata ad uno dei due ragazzi in fila che tentava di difendere l’amico varie fratture e un’emorragia celebrale.
Ma non è questo, purtroppo, il primo episodio di una cronaca che fa venire i brividi e fa rendere conto ai giovani che la movida sta diventando più pericolosa di quanto non lo sia mai stata.
“Si tende ad uscire in gruppo – spiega Omar, 20 anni. Dopo gli ultimi avvenimenti è aumentata la vigilanza e si fa più attenzione, ci stiamo tutti ‘svegliando’. Stiamo attenti a quello che facciamo, perché ormai, anche per futili motivi, si rischia di essere presi di mira, come il ragazzo aggredito per una fila saltata in un bagno. Personalmente posso dire che nessuno dei miei amici è mai stato vittima di pestaggi. Sono sicuro che presterei soccorso se succedesse, ma non posso so se interverrei in sua difesa, bisogna passarci per esserne certi”.
Le risse e le aggressioni non sono nuove nella movida messinese: “Frequento serate a Messina da ormai 4 anni – spiega Alessio, 18 anni – e in questo periodo ho visto l’ambiente cambiare e innumerevoli episodi di violenza. Uno che ricordo molto bene risale a un po’ di tempo fa, quando in una discoteca, un ragazzo fu sfregiato in viso, con un coltello, da un altro. Ricordo che da quel momento i controlli furono molto più rigidi, i buttafuori selezionavano coloro che potevano entrare: venivano scartate persone solo per il loro modo di vestire. Certo, poi la situazione è tornata quasi alla normalità e le misure di sicurezza, pur restando rigide, furono allentate. Non ho motivo di non sentirmi al sicuro perché difficilmente, se non ti conoscono o se non dai fastidio, vieni preso di mira. Sicuramente aiuterei un amico che si trova in difficoltà. Se capita qualche incomprensione da risanare va fatto, ovviamente, evitando la violenza”.
La parola d’ordine è, quindi, stare alla larga dalle cosiddette “teste calde”: “L’alcool incide nel ‘riscaldare gli animi’ – spiega Filippa, 25 anni – perché una persona che ha bevuto molto tende a non capire bene quale sia la situazione che la circonda e diventa, quindi, pericolosa. Se qualcuno di vicino a me venisse preso di mira cercherei di tenermi alla larga da questa situazione, perché a volte interagendo si peggiorano le cose, però ovviamente cercherei di placare gli animi. Quando succedono queste cose c’è più ansia che si possa degenerare, che paura”.
Quelli che sicuramente incidono maggiormente , nella prevenzione di fenomeni di violenza, sono i controlli: “Aumentano solo quando succede qualcosa di grave– aggiunge Filippa- quando la situazione si placa le cose tornano alla normalità. Nei lidi, invece, si effettuano anche perquisizioni e si mandano via gli ubriachi. In ogni caso se tutti stiamo nel nostro spazio non succede nulla, solitamente”.
Il più delle volte sono, però, gli amici delle vittime a correre in loro soccorso: “Anche io mi sono trovato in qualche rissa – racconta Mario, 26 anni – perché faccio parte di un gruppo di amici e se qualcuno viene disturbato tutti lo difendiamo. Penso che si dovrebbe aumentare il regime di controllo. In qualche serata sono persino i buttafuori dei locali a far partire la scintilla del litigio”.
Il più forte ha la meglio, in sintesi. È questo il clima delle serate a Messina, come altrove.
Martina Zaccone
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