Cateno De Luca firma l’ordinanza di chiusura dell’hotspot di Bisconte fissando a cinque giorni la scadenza per le procedure di sgombero e lo spostamento dei migranti in una nuova struttura. La competenza per chiudere il centro, però, è del Ministero dell’Interno e il Sindaco di Messina si dichiara pronto ad aprire lo scontro istituzionale nel caso la sua richiesta non dovesse essere accolta.
A motivare questa decisione, arrivata a 48 ore dalla fuga di 24 migranti dall’ex caserma Gasparro, sarebbero motivazioni di ordine igienico-sanitario. Secondo quanto dichiarato dal Primo Cittadino, la struttura sarebbe abusiva, non potrebbe ospitare i migranti e non garantirebbe le condizioni di sicurezza stabilite per il contenimento del coronavirus. A questo proposito, la deputata del Movimento 5 Stelle Grazia D’Angelo, a seguito degli eventi di mercoledì 15 luglio, aveva affermato di aver parlato con il Prefetto Maria Carmela Librizzi che le avrebbe assicurato «che la situazione è sotto controllo e che i migranti fuggiti erano risultati tutti negativi al test sierologico Covid-19».
Ad ogni modo, nel pomeriggio di ieri, venerdì 17 luglio, Cateno De Luca ha parlato in diretta Facebook dall’esterno dell’hotspot di Bisconte per annunciare l’ordinanza e spiegare le sue ragioni: «Non potevo fare altrimenti – ha dichiarato –, si tratta di un centro abusivo, non a norma sotto il profilo igienico-sanitario. Dalle relazioni tecniche degli uffici comunali è emerso che non esiste nessuna concessione per adibire l’area a centro per identificare e registrare i migranti. Essendo ad ogni modo una sistemazione temporanea, doveva essere dismessa dopo due anni, nel settembre del 2019. Ho chiesto al Viminale di spostare l’hotspot altrove».
«Darò un tempo limite di 5 giorni per sgomberare l’hotspot di Bisconte –ha proseguito il Primo Cittadino – ed evitare che ci siano altri elementi che mettano in pericolo la pubblica incolumità. Non esistono le condizioni a garanzia della sicurezza. La fuga nella notte di mercoledì è la testimonianza più eclatante. È pertanto chiaro ed evidente che non si possono accogliere migranti in tale struttura, perché in questo modo certamente non li aiutiamo. La fase dell’emergenza Covid-19 che stiamo vivendo impone di non abbassare la guardia: non possiamo subire passivamente scelte che mettono a repentaglio l’incolumità dei nostri cittadini. Se il Governo starà a guardare, senza muovere un dito, si aprirà la fase dello scontro istituzionale, mi sono stancato di dover subire scelte che danneggiano la mia gente».
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