Quando c’era Nino Cucinotta c’erano risate, musica e divertimento. Nino Cucinotta è scomparso ieri sera, lunedì 6 dicembre, ma sono ancora da verificare le cause del decesso. Era tra i fondatori del Retronouveau, club musicale di via Croce Rossa, si era poi trasferito a Bologna, città in cui aveva aperto “La Tumpulata” ed era poi tornato a Messina e con gli amici storici aveva dato vita al “Dai Dai“. Nino Cucinotta era un attento osservatore messinese, pieno di passione, mai arrendevole e pronto sempre a dare la sua chiave di lettura su quello che accadeva in città. In piena emergenza lockdown lo avevamo sentito per farci raccontare come stava vivendo la quarantena “solitaria” e ci piace ricordare le sue parole, per farlo stare ancora un po’ con noi.
«Chi mi conosce sa – ci raccontava Nino – che io non amo né stare in casa né stare da solo. Ciò detto, sto provando a sfruttare questa clausura obbligatoria per fare cose che di solito non faccio o faccio poco. In sei giorni ho letto due libri; ho riletto “Il ritratto di Dorian Gray” di Wilde e sto leggendo un giallo/thriller di Lucarelli. Mi sto dedicando alla mia grande passione che è la cucina, ma soprattutto sto pensando. Sto riflettendo su vari aspetti dell’esistenza che nel normale scorrere delle giornate non avevo mai considerato. Mi sono reso conto che alcune cose che riteniamo imprescindibili per la nostra esistenza sono grandi cazzate, che gli amici ci sono sempre pure a distanza e che avere una coscienza collettiva potrebbe essere l’insegnamento migliore di questo brutto periodo che stiamo vivendo tutti. Speriamo di rivederci presto, e di tornare alle nostre abitudini, magari con la consapevolezza che da soli non concludiamo granché». La sua scomparsa ha lasciato senza parole moltissima gente. E anche noi, oggi ci sentiamo un po’ più vuoti.
Ciao Nino, ci hai fatto scialare.
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