Le vie Salita Contino e Salita Montesanto, che attraversano Messina Due, sono strade pubbliche e in quanto tali spetta al Comune occuparsi della gestione e riattivare la pubblica illuminazione che era stata dismessa. «Anche secondo la Prefettura – osserva il consigliere del III quartiere Santi Interdonato – il Comune non può denegare la propria responsabilità».
A proposito, il consigliere ricorda che «con nota del 29 gennaio scorso il prefetto Stefano Trotta ha fatto presente che, a seguito di parere della locale Sezione della Polizia Stradale, la quale ha effettuato apposito sopralluogo, “risulta evidente che le vie in questione debbano essere considerate adibite a pubblico passaggio e quindi siano da considerare rientranti nella fattispecie di cui agli artt. 2 lett. F) e 14 del C.d.S.”».
Ovvero, vanno classificate per caratteristiche costruttive, tecniche e funzionali, come “Strade Locali”, «dunque – insiste Interdonato – di competenza dell’Ente Territoriale che risulta tenuto alla manutenzione, gestione e pulizia delle stesse, delle pertinenze e dell’arredo, nonché di attrezzature, impianti e servizi; al controllo tecnico dell’efficienza; alla apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta».
Si tratta, in sostanza, di un parere che conferma l’interpretazione formulata nella delibera n. 42 dell’8 luglio scorso del Consiglio della Terza Circoscrizione e dal proponente della stessa, il consigliere del Pd, Santi Interdonato, attraverso varie note trasmesse all’Amministrazione Comunale e, da ultimo proprio, alla Prefettura. A causa del mancato riconoscimento da parte del Comune «reso formalmente palese attraverso la nota prot. 229150 con cui l’Energy Manager, l’ingegnere Salvatore Saglimbeni ed il dirigente del Dipartimento Lavori Pubblici, ingegnere Antonio Amato hanno comunicato di voler procedere alla disdetta dell’utenza elettrica nelle vie Salita Contino e Salita Montesanto in quanto ritenute facenti parte della “viabilità interna al complesso”» Messina Due si trova a dover far fronte a questa problematica di ordine pubblico.
«La dismissione dell’impianto di illuminazione – precisa Interdonato –, di fatto, è già una realtà da quasi due anni poiché ci hanno pensato i “ladri di rame” trafugando i cavi elettrici proprio nel tratto di Salita Contino ricadente nel territorio della lottizzazione. L’intera zona sta dunque subendo la situazione di grande disagio a causa dell’oscurità nelle ore notturne, che contribuisce a creare una grave problematica di ordine pubblico».
Interdonato contesta la presa di posizione dell’Amministrazione Comunale e in particolare dell’assessore competente Sergio De Cola, «il quale – scrive in una nota – ha scelto di declinare ogni responsabilità sull’area senza dimostrare di voler ragionare realmente sulla questione e procedendo fino in fondo in questa direzione: infatti, l’ingegnere Saglimbeni nel dicembre 2014, trascorso il termine perentorio di 60 giorni, ha fatto sapere di aver già provveduto alla disdetta dell’utenza elettrica di cui trattasi, interrompendo l’efficacia del contratto di fornitura».
«In pratica – prosegue il consigliere –, l’Amministrazione, in maniera del tutto sconsiderata, non avrebbe esitato ad aggravare il disagio subito dai cittadini residenti, facendo finta di niente in riferimento al fatto che il Comune è certamente portatore di una corresponsabilità nello sfacelo prodotto con “l’operazione Messina Due” dalla realizzazione del complesso ad oggi».
«Lo stesso Prefetto – evidenzia –, a conclusione della sua nota non ha potuto non sottolineare come “al di la degli aspetti formali della vicenda, la mancata illuminazione di un’ampia zona urbana densamente abitata come il complesso Messina Due può costituire indubbio pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica degli abitanti”».
Alla luce del parere del Prefetto e sulla base della attività istruttoria svolta dalla Polizia Stradale, il consigliere Interdonato chiede al Comune di riconoscere la propria competenza e provvedere al ripristino dell’impianto di illuminazione dismesso nei tratti di Salita Contino e Salita Montesanto.
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