Un artista avellinese ha donato nei giorni scorsi la propria riproduzione di un ritratto di Caravaggio al Comune di Messina. Peccato, però, che l’uomo raffigurato non fosse Caravaggio ma Simon Vouet, un pittore e disegnatore vissuto nella Francia del XVI secolo, considerato tra i maggiori esponenti del caravaggismo. Cos’è successo?
Nei giorni scorsi l’artista Alessandro Follo di Avellino ha voluto donare al Comune di Messina una propria riproduzione di un ritratto di Michelangelo Merisi. Ad accoglierlo e presentarlo alla cittadinanza, l’assessore alla Cultura, Enzo Caruso, e l’esperto del Sindaco per l’Arte Contemporanea, Alex Caminiti, con l’idea di esporlo a Palazzo Weigert. Subito, però, un certo “vociare” . Il ritratto ricevuto dal Comune raffigura in realtà il pittore “caravaggesco” Simon Vouet. Ad accorgersi dell’errore diversi storici dell’arte e la titolare del Bookshop del Teatro, Lucia Vento.
Per capire cosa sia successo, abbiamo contattato l’assessore alla Cultura, Enzo Caruso. L’esponente della Giunta De Luca ha spiegato che si è trattato di un mero errore di invio. L’artista avellinese ha mandato al Comune l’opera sbagliata: «Il ritratto – ha spiegato Caruso – è stato accompagnato da una nota dell’artista. Nella nota allegata c’era scritto Caravaggio». Ricevuto il ritratto e vedendolo somigliante a un giovane Caravaggio, l’assessore ha quindi accolto il dono e dato l’annuncio.
Poi però sono sorti i primi dubbi, sollevati in particolare dagli storici dell’arte. A chiarire il tutto, è stato l’artista stesso che, spiega Caruso, «si è reso conto che c’era stato un errore nell’invio del ritratto e mi ha subito contattato». Nei prossimi giorni, ha specificato l’Assessore, dovrebbe arrivare il ritratto giusto, quello raffigurante Caravaggio.
Di seguito, la nota inviata al Comune per comunicare l’invio del dono:
L’opera cui si fa riferimento è l’autoritratto di Simon Vouet, custodito nel museo di Belle Arti di Lione.
(1887)
Certo, un assessore non ha alcuna colpa, non si trattava di riconoscere un Caravaggio o meno: poteva benissimo essere un ritratto di fantasia del pittore, lo stesso non specifica che si tratti di una copia, ed anzi in prima istanza poteva sembrare che l’artista lo spacciasse per una sua invenzione approfittando della relativa oscurità dell’opera di Vouet in Italia. Starebbe ad un esperto riconoscere Vouet ed all’artista non copiare il quadro sbagliato solo perché sul web a Milano nel 2016 qualcuno ha fatto confusione con Google e questo errore è stato reiterato in articoli successivi. L’errore è un’inezia anche se imbarazzante, il fatto dimostra solo l’entusiasmo diffuso per il patrimonio artistico. Nella città di Caravaggio il Vouet è in omaggio.