Messina. Prosegue l’acceso dibattito in merito alla dismissione del tram annunciata dal sindaco Cateno De Luca e prevista per giugno 2019. A inserirsi nella discussione è, oggi, il consigliere della V Circoscrizione Franco Laimo, esponente di Sicilia Futura, che chiede l’attivazione di un dialogo con i Quartieri in modo da registrarne le istanze.
«L’abolizione della linea tranviaria – ha chiarito Laimo in una nota – è un argomento abbastanza delicato, che interessa tutta la città e le parti istituzionali cittadine, non si possono prendere decisioni repentine che rischiano poi di ricadere per anni su tutta la collettività».
Per quel che riguarda il nodo della questione, secondo il consigliere, in sostanza, andrebbe fatta un’attenta valutazione che tenga conto sia dei costi che dei benefici che la linea tranviaria porta alla città dello Stretto: «È facile notare – ha chiarito il consigliere – come il terminal Nord del tram (Zona Baby Park/Villa Sabin) pulluli di studenti che poi, attraverso i servizi bus (pubblici e privati), proseguono nelle rispettive facoltà universitarie (Polo Annunziata e/o Papardo) o istituti scolastici». A questo tipo di utenza si aggiungono i tanti pensionati che usufruiscono del servizio quotidianamente. «Insomma – ha sottolineato Laimo – potremmo dire che questo tram è abbastanza frequentato».
Ma ciò su cui il Consigliere punta maggiormente l’attenzione è la situazione dei collegamenti con i villaggi per i quali, a suo parere, servirebbe un’integrazione del “servizio a pettine”. Servizio che «collegherebbe le contrade dell’Annunziata, Panoramica, Giostra e Via Palermo Alta alla linea tranviaria, con maggiore continuità e velocità». Sui temi della sicurezza e della legalità, da incrementare e garantire, secondo Laimo si potrebbe operare affiancando ai controllori delle guardie giurate, sia sugli autobus che sui tram.
«Se è tanto vero – ha concluso l’esponente di Sicilia Futura – che questo tram, (i cui lavori di realizzazione, ricordiamo, paralizzarono letteralmente una città e sembravano interminabili), porti solo debiti, con costi di manutenzione paradossali, allora bisognerebbe tornare al solo vecchio “servizio gommato”. Servizio che rappresenta l’unico mezzo in grado di far arrivare dalla Regione Sicilia i benefit sul servizio stesso in base ai chilometri percorsi. Cosa che il tram con i suoi pro o con i suoi contro non permette».
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