Eva Polare ci racconta come coltivando una sua passione ha dato vita insieme al suo compagno ad una Banca dei semi per custodire e riprodurre le varietà orticole naturali. Un progetto per salvare la cultura contadina e la biodiversità dall’omologazione dell’agricoltura industriale.
Oltre che di memoria e tradizioni, gli anziani contadini siciliani sono custodi di un prezioso patrimonio genetico che rischia oggi di sparire, come già successo in altre parti del mondo con l’avvento dell’agricoltura industriale.
Da questa consapevolezza e dall’urgenza di tutelare la biodiversità della Sicilia nasce a Messina, nelle campagne nei pressi di Forza d’Agrò, la Banca dei semi naturali, ovvero quelle varietà selezionate e cresciute con tecniche salutari per la natura e per noi.
«Ho cominciato a conservare semi semplicemente per passione, è stata per me una forma di collezionismo come fanno in molti credo. Quando ho incontrato Francesco mi ha consigliato di mettermi in rete e cercare di condividere queste mie passioni». È quanto ci racconta Eva Polare che insieme al suo compagno Francesco ha dato vita al progetto Sementi Indipendenti il cui cuore è rappresentato proprio dalla Banca dei Semi creata per custodire e riprodurre le varietà da orto a rischio estinzione.
«Sementi Indipendenti – ci spiega Eva – si occupa principalmente della conservazione di varietà vegetali orticole naturali, il mio primo interesse, ovvero quelle varietà che sono state portate avanti dai contadini e sono riproducibili. Si allontanano dunque da quelli che sono gli ibridi F1 che al contrario presentano molti problemi di riproducibilità e sono in commercio praticamente ovunque».
«Le attività che svolgiamo – continua Eva – consistono nella raccolta, conservazione, catalogazione e donazione dei semi, nonché nella formazione di nuovi riproduttori. Quando doniamo i semi chiediamo di conservarne la varietà riproducendoli e restituendoli se possibile. È l’unica cosa che chiediamo in cambio. Tutte le persone coinvolte svolgono queste attività per passione e volontariato, abbiamo qualche entrata solo tramite le donazioni delle persone. Siamo fortemente convinti che i semi non si vendano».
Eppure, come ormai molti aspetti della nostra vita, anche il mercato dei semi è strettamente legato a logiche di profitto. «L’agricoltura proposta dai mercati è una monocoltura a larga scala – continua Eva. Le varietà degli ibridi hanno tanto successo perché riescono a produrre piante che sono standardizzate, con la stessa altezza e la stessa dimensione, e ciò facilita la meccanizzazione delle pratiche agricole. I contadini e i produttori locali invece hanno bisogno della diversità perché questa nel tempo crea resilienza.
Gli ibridi portano ad avere esigenze colturali molto precise, in termini di concimazione e protezione dai parassiti, per esempio. Ecco perché le chiamo ‘colture dipendenti’ e da qui il nome del nostro progetto: Sementi Indipendenti».
In un momento storico in cui il mercato è invaso da varietà che mettono il monopolio del cibo nelle mani delle grandi aziende, le piante naturali, ne è convinta Eva, rappresentano una grandissima risorsa da tutelare per preservare la tradizione e la ricca biodiversità, per mantenere la sovranità alimentare e per scegliere come nutrirsi. Del resto, “ogni volta che scegliamo cosa mangiare scegliamo il nostro futuro”.
«Per il nostro territorio il valore delle varietà che conserviamo è inestimabile – prosegue Eva. Quando parli di un seme antico parli di tutta una tradizione culturale che si porta dietro, è la storia delle persone, la storia dell’ambiente e di tutto quello che è stato. Di generazione in generazione una pianta registra tutto ciò che le accade intorno ed è tutto conservato all’interno di quei semini. Tutto parte dai semi, qualsiasi tipo di interazione umano-natura».
«A cominciare dai semi, quindi, vogliamo promuovere le buone pratiche nella nostra regione ed è quello che facciamo insieme alla Rete Permacultura Sicilia e all’associazione Semi Nativi, con cui stiamo creando una rete di riproduttori».
Alessandra Profilio
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