L’artista Nunzio Scimone ha dato vita a un murales a Ganzirri che racconta la storia del posto, trasformando i pannelli bianchi attorno l’ex Istituto di Biologia Marina dell’Università degli Studi di Messina in una vera e propria opera d’arte. I vari dipinti riflettono il colore del mare e raccontano le tradizioni del borgo marinaio, come la pesca del pesce Spada e la Festa di San Nicola.
L’arte riesce sempre a sorprendere e sono tanti gli artisti che scelgono vecchi edifici abbandonati, poco curati o semplici mura come tele da dipingere. Queste opere regalano spesso un nuovo aspetto e un nuovo significato a posti caduti nel dimenticatoio, ed è proprio questo il caso dell’edificio preso di mira dall’artista messinese Nunzio Scimone.
A diffondere notizia del murales sorto nella Via Marina di Ganzirri è il Presidente dell’Associazione Progetto Sperone, Massimo Costanzo, che – in una nota – racconta del lavoro svolto dai residenti della zona per valorizzare una spiaggia nella zona Nord di Messina: «Al momento vi sono in corso dei lavori di rifacimento. I pannelli attorno al perimetro dell’ex Istituto di Biologia Marina dell’Università degli Studi di Messina (posizionati al fine di evitare danni accidentali) sono stati oggetto dell’attenzione di alcuni residenti. L’appassionato di pittura Nunzio Scimone, ha voluto ricreare in questi pannelli da cantiere dei murales raffiguranti la storia di Ganzirri: la pesca del pesce Spada, la festa del santo Patrono, la madonna di polsi e alcune specie marine tipiche del nostro mare. Inoltre la spiaggia è stata ripulita e resa fruibile dai numerosi residenti. Purtroppo la zona è completamente al buio. Solo con la luce del giorno è possibile ammirare quanto fatto».
Il Presidente dell’Associazione spiega come il murales sia visibile solo alla luce del sole a causa della carenza di illuminazione pubblica presente sul territorio. Un vero problema, non solo relativo alla valorizzazione del opera, ma che potrebbe rappresentare anche un problema di sicurezza per i residenti che, a una certa ora si trovano al buio. Per queste ragioni, Massimo ha deciso di chiedere aiuto all’Assessore alla cultura Vincenzo Trimarchi e all’ufficio tecnico del Comune di Messina.
«Va detto inoltre – conclude il Presidente di Progetto Sperone – che al tramonto, nel piccolo specchio di mare, all’interno degli scogli, è possibile ammirare la feluca ormeggiata di ritorno da una battuta di pesca che, oltre al pescato, porta con se decenni di storia e tradizioni, ma che al calar della sera tutto questo non è più possibile ammirare».
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