Se ne parlava da tempo, ma adesso è ufficiale: dal 20 febbraio 2020 cinque uffici postali di Messina chiuderanno i battenti. La notizia non è andata giù al deputato dell’ARS Francesco De Domenico che attacca duramente Poste Italiane ma anche il sindaco Cateno De Luca accusandolo di essere stato troppo distratto da altro. Vale a dire il “Cambio di Passo”.
Gli uffici postali della città di Messina che chiuderanno i battenti sono cinque: l’ufficio Messina 1 di via Nicola Fabrizi 3; l’Ufficio di Pace; l’ufficio Messina 16 di via Pietro Castelli 60; l’ufficio di Santo Stefano di Briga e quello di Mili San Marco.
Una notizia che, come già anticipato, non cade dal cielo all’improvviso ma, fa notare l’Onorevole Francesco De Domenico, era stata comunicata tramite raccomandata al sindaco Cateno De Luca già lo scorso 13 dicembre 2019: «A mia conoscenza – tuona De Domenico – il Sindaco De Luca, forse troppo distratto dal “Cambio di Passo”, non sembra abbia preso alcuna iniziativa per scongiurare la chiusura, né ha ritenuto di informare il Consiglio Comunale, eppure il contenuto della stessa avrebbe dovuto farlo sobbalzare dalla sedia».
Poi l‘attacco diretto a Poste Italiane: «Ritengo inaccettabile – continua De Domenico – che in un territorio nel quale il lavoro costituisce una vera e propria emergenza, soggetti, nella sostanza, pubblici, quali Poste Italiane, che vantano risultati di bilancio straordinari, oltre 1,4 miliardi di utili nel 2018, il doppio di quello dell’anno precedente, su ricavi di soli 11 miliardi, invariati rispetto al 2017, possano disimpegnarsi senza rendere conto a nessuno. Non si può tollerare ancora chi vede il Sud come l’ultima ruota del carro, se vogliamo essere classe politica diversa rispetto al passato non possiamo dare tregua a chi fa finta di non capire, a chi ridicolizza il nostro territorio, al di ogni colore politico.
«Chi utilizza fondi pubblici ha una responsabilità sociale diversa – aggiunge. Non può proporre indiscriminate razionalizzazioni, contribuendo alla perdita definitiva di occasioni occupazionali per il futuro, non può ignorare che queste infrastrutture costituiscono un avamposto sociale in un territorio, specie quello periferico della Città dove la popolazione è costituita soprattutto da anziani, che costituiscono l’ossatura principale dei fruitori dei servizi postali».
«Nel mio ruolo di deputato regionale – conclude De Domenico – ho presentato una interrogazione urgente in commissione all’assessore alla Politiche sociali e del Lavoro Antonio Scavone, affinché, nella inerzia del Sindaco, si attivi per evitare l’ennesimo ridimensionamento infrastrutturale in un contesto territoriale già caratterizzato da un elevato livello di disoccupazione. Tale disimpegno appare, peraltro, in contraddizione con le politiche di favore che Poste Italiane sta portando avanti nei piccoli comuni, apprezzabili per i risvolti socio-economici nei confronti di realtà territoriali disagiate e marginali, in modo da garantire prestazioni adeguate agli standard di efficienza stabiliti dal contratto di servizio stipulato tra Poste italiane S.p.A. e Ministero dello sviluppo economico».
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