Messina. Si torna a parlare di mensa scolastica. Dopo la proposta presentata dall’assessore Trimarchi di far pagare a tutti il servizio di refezione, ieri, nel corso della seduta congiunta tra VII e V Commissione Consiliare – “Politiche sociali” e “Scuola e Politiche Culturali” – è stata vagliata la proposta di prevedere un’esenzione per le famiglie rientranti nella fascia di reddito 0-2.000 euro.
Lo scorso 30 luglio l’assessore alla Pubblica Istruzione Vincenzo Trimarchi – facendo seguito all’appalto già assegnato per gli anni 2018 e 2019 – aveva presentato una delibera con cui si stabiliva che, per evitare di far gravare eccessivamente il costo del servizio mensa sulle casse comunali, tutti gli alunni avrebbero dovuto pagare una quota di almeno 50 centesimi.
Ieri le due Commissioni presiedute dai consiglieri comunali Cristina Cannistrà e Pietro La Tona, per andare incontro alle esigenze delle famiglie con maggiori difficoltà economiche, sono arrivate a proporre un compromesso: non far pagare il servizio alle famiglie con reddito Isee compreso tra i 0 e i 2.000, ridistribuendo la quota “mancante” tra i nuclei aventi reddito superiore a 15.000 euro annui.
«La normativa – è stato chiarito in una nota – impone la compartecipazione alle spese per i servizi a domanda individuale. Inoltre, essendo l’appalto già espletato è necessario tener conto dei costi posti a base dello stesso, ma anche degli introiti che sono stati stimati».
In questo modo, hanno sottolineato i membri delle due commissioni consiliari evidenziando come i nuclei della prima fascia siano il 50% con redditi abbondantemente al di sotto del minimo vitale, si punta a evitare di penalizzarle le famiglie più povere incidendo sulle altre solo con un leggero aumento della tariffa.
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