foto di due sposi per il bonus matrimonio in sicilia durante il coronavirus

Matrimoni. Interdonato e Laimo: «Settore wedding e catering a rischio fallimento»

Pubblicato il alle

3' min di lettura

«Il nuovo Dpcm Conte rischia di mandare letteralmente in fallimento l’intero settore del wedding e della banchettistica e catering»: a lanciare l’allarme sono il vicepresidente del consiglio comunale, Nino Interdonato e il consigliere della V Circoscrizione Franco Laimo che, preoccupati per le conseguenze economiche dei matrimoni annullati o posticipati a causa del covid, hanno scritto al presidente della Regione Nello Musumeci per segnalare «le discrasie dell’ultimo provvedimento».

Partiamo dai numeri. Secondo le stime, segnalano i consiglieri, nel 2020 in Italia erano stati programmati 219.405 matrimoni di cui 210.258 italiani e 9.147 stranieri, con un fatturato diretto complessivo di 10 miliardi di euro (7,3 miliardi circa per i matrimoni italiani e 2,7 miliardi per quelli stranieri). Va da sé, il coronavirus e le misure disposte per contenere i contagi hanno portato tante coppie a posticipare la data, in molti casi al 2021.

L’inizio dell’estate ha segnato una lieve ripresa, tra lauree, feste di compleanno e, appunto, matrimoni, ma il Dpcm del 13 ottobre varato dal presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte preoccupa i lavoratori del settore, dei quali Interdonato e Laimo si fanno oggi portavoce. Già dalle prime 24 ore di entrata in vigore delle nuove misure, segnalano, tantissimi eventi sono stati annullati.

Per i due consiglieri, le incongruenze all’interno del Decreto sono tante: «Non vi è alcuna coerenza all’interno del Dpcm – affermano –, poiché in un ristorante alla carta o in una pizzeria si può stare anche in un centinaio di persone sedute ai tavoli (totalmente sconosciute tra di loro), mentre per un banchetto, che sia di matrimonio o altro festeggiamento, non più di trenta persone per evento, senza però considerare le dimensioni della sala di ricevimenti».

«Dunque – continuano i consiglieri – si possono fare fiere e congressi, 200 persone possono stare in un aereo sedute l’una accanto all’altra, o in un bus stracolmo, ma non è possibile festeggiare fra parenti ed amici con più di 30 invitati, magari in una sala con capienza al chiuso di 350 persone».

«Altre discrepanze – proseguono – riguardano gli orari di chiusura dei locali e l’impossibilità di sostare davanti quei locali che non possono somministrare ai tavoli (poiché non dotati di spazi adeguatamente idonei alla somministrazione); nonostante le misure preventive, i proprietari di tali locali si ritroveranno costretti ad abbassare le saracinesche alle 21.00 o alle 24.00».

Insomma, il nuovo provvedimento varato dal Governo non convince il vicepresidente Interdonato e il consigliere Laimo che, anzi, segnalano come tutto questo renderebbe vane le misure disposte per risollevare il settore, come, per esempio, il “Bonus Matrimonio” messo in campo in Sicilia dalla Giunta Musumeci.

«Dopo il lungo lockdown – concludono Nino Interdonato e Franco Laimo –, ed il successivo timido tentativo di ripartenza da parte delle aziende, queste ulteriori restrizioni avranno come unico risultato la celebrazione del funerale dell’intera filiera. Occorre sicuramente rispettare tutte le misure di prevenzione – precisano –, ma diciamo pure che l’economia locale e nazionale è davvero a rischio, e se non si adotteranno delle misure correttive non basteranno bonus o lotterie o casse integrazioni in deroga per riprendersi da un tracollo che va ben oltre un virus».

(637)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.