L’obiettivo è chiaro: mantenere il tram a Messina e fermare il progetto di smantellamento iniziato dal sindaco Cateno De Luca. Per questo centinaia di persone si sono riunite questa mattina a Piazza Cairoli. Il loro è un NO deciso al progetto del primo cittadino che, sin dalla campagna elettorale, ha fatto dell’eliminazione del tram a Messina uno dei punti chiave del suo programma nell’ambito del servizio di trasporto pubblico.
Dalle parole, però, adesso si è passati ai fatti. Il processo che porterà gradualmente all’eliminazione della tranvia nella città dello Stretto è iniziato. Da domenica scorsa, 14 ottobre, niente più tram nei giorni festivi ed entro giugno 2019 il servizio verrà eliminato in maniera definitiva.
A questo si aggiunge anche l’annuncio di ieri di De Luca di voler mettere in liquidazione l’ATM. Lunedì, ha annunciato il primo cittadino, si procederà con la delibera perchè «il disastroso quadro finanziario è peggiore di quello accertato qualche settimana fa».
La situazione debitoria di ATM sarebbe, quindi, irrecuperabile e torna alla luce l’opzione di una società multi-servizi nella quale far confluire i servizi attualmente gestiti da ATM e AMAM. Lo spettro della privatizzazione è l’altro motivo per cui a Piazza Cairoli si sta manifestando. Gli organizzatori, infatti, hanno dichiarato: «Non permettiamo la dismissione del tram e la privatizzazione di un servizio pubblico. Non rimaniamo a guardare lo smantellamento e le intenzioni di privatizzazione di Atm, Amam e MessinaServizi Bene Comune: difendiamo la gestione pubblica e partecipata dei servizi pubblici essenziali».
A farsi portavoce di questo pensiero c’è Cambiamo Messina dal Basso, promotore di una Petizione comunale, ai sensi dell’art. 25 dello Statuto comunale, con una raccolta firme indirizzata a Sindaco e Consiglio Comunale. Lo scopo è chiedere di:
- Interrompere le azioni di smantellamento della linea tranviaria di Messina e intraprendere ogni possibile azione per il pieno recupero della sua operatività;
- Rimodulare il recente piano di riorganizzazione delle corse TPL, dimostratosi fallimentare e, nelle more, ripristinare quello precedentemente in vigore;
- Interrompere ogni azione volta alla privatizzazione di tutte le aziende Partecipate comunali onde impedire tentativi di speculazione economica ai danni del cittadino e della qualità dei servizi erogati;
- Revocare gli atti amministrativi relativi a ipotesi di liquidazione delle Partecipate per non danneggiarle nei confronti degli erogatori di credito e degli altri Enti pubblici e per la salvaguardia dei lavoratori.
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Nel 2018 siamo ridotti che noi cittadini dobbiamo scendere in piazza per chiedere il trasporto pubblico. Il fallimento della politica, sempre più lontana dai bisogni della gente.