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Mafia, 36 anni dall’omicidio dell’avvocato Nino D’Uva: il ricordo del nipote Francesco

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A 36 anni dall’omicidio dell’avvocato penalista di Messina Nino D’Uva per mano della mafia, lo ricorda il nipote Francesco, oggi parlamentare alla Camera dei Deputati, eletto con il M5S: «La rettitudine morale e professionale di mio nonno è ancor oggi di grande ispirazione agli avvocati della nostra città».

Nino D’Uva fu uno degli avvocati del maxiprocesso di Messina – scelto da 13 degli imputati –, svoltosi nell’aula bunker del Carcere di Gazzi nel 1986. Coinvolse 283 imputati, provenienti da quattro cosche mafiose attive tra il capoluogo di provincia e Barcellona Pozzo di Gotto. Venne ucciso dalla mafia per lanciare un segnale, perché la sua difesa, così come quella degli altri avvocati coinvolti, venne ritenuta “troppo morbida”.

Di seguito, la nota del deputato alla Camera Francesco D’Uva:

«Oggi ricorrono 36 anni dalla tragica uccisione di mio nonno Nino per mano della mafia – scrive. Io non ho avuto l’opportunità di conoscerlo, ma i racconti e le storie raccontate da mio padre e da mia zia su di lui continuano a tenerne viva la memoria in me e nelle nuove generazioni.

Mio nonno, l’avvocato Nino D’Uva, era uno dei penalisti più noti di Messina, sapeva fare bene il suo lavoro ed era molto stimato. Era un grande professionista, ma anche un uomo di cultura, appassionato di pittura, teatro e musica. Alla base della sua uccisione, la volontà delle cosche di dare un segnale a tutti gli avvocati nel maxiprocesso che si celebrava in quei giorni, ritenuti troppo morbidi nella difesa.

La rettitudine morale e professionale di mio nonno è ancor oggi di grande ispirazione agli avvocati della nostra città, che continuano a raccontarne l’esempio di vita grazie alle iniziative che periodicamente organizzano, come i giovani avvocati che nel 2006 hanno fondato l’associazione culturale forense che porta il nome di mio nonno, Associazione Avv. Nino D’Uva e che ogni giorno si impegnano per diffondere i valori di giustizia e legalità. A loro va il mio ringraziamento.

Li ringrazio, non solo perché mantengono vivo il ricordo di mio nonno, trasmettendone le qualità professionali e il suo esempio di vita, ma anche per fare di questo ricordo occasione di impegno quotidiano contro le mafie e per la legalità nella nostra città».

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