MessinAccomuna torna alla carica e punta il dito contro il sindaco Cateno De Luca contestando la richiesta di avviare la liquidazione coatta amministrativa di ATM Messina presentata alla Regione lo scorso dicembre a seguito della bocciatura del piano di liquidazione da parte del Consiglio Comunale.
Il laboratorio di partecipazione civica legato alla ex Giunta Accorinti riepiloga gli avvenimenti degli ultimi mesi e definisce la discussione sul Cambio di passo «fumo negli occhi» gettato per «distrarre città e consiglieri». Nel frattempo, evidenziano, di ATM e della sua liquidazione sarebbe calato il «silenzio stampa».
Pubblichiamo, in maniera integrale, la nota inviata da MessinAccomuna:
«Il solito gioco cinico dell’amministrazione: se le cose non vanno come vuole, crea un problema per incolpare gli altri e fingere che l’unico modo per risolverlo sia …fare quello che vuole l’amministrazione. Lavoratori e famiglie diventano “scudi umani” per centrare i propri obiettivi. È già accaduto coi contrattisti, ora tocca ad ATM.
L’amministrazione non ha predisposto un piano di liquidazione approvabile e ha tentato di eludere forme, pareri e competenze di legge. Il Consiglio ha respinto la proposta. E il Sindaco, anziché riformulare una delibera legittima, coi pareri dovuti, decide di tentare l’avvio inedito della liquidazione coatta amministrativa, senza il preventivo accertamento in sede terza (il Tribunale?) della sussistenza dei requisiti oggettivi. Sul “contratto di servizio” è stata ripresentata in tre giorni una delibera; sul “piano di liquidazione” no».
«Un conclave notturno – prosegue MessinAccomuna – e una lettera temeraria inviata alla Regione (su cui MessinAccomuna ha controdedotto); poi il fumo negli occhi del “cambio di passo”, distraendo città e Consiglieri, e su ATM vuoto atmosferico e “silenzio stampa”. Finché, in vista della ormai prossima conclusione dell’ultima farsa, il Sindaco urla che non sono stati pagati gli stipendi perché il Consiglio ha respinto il “piano”, i creditori ATM si sono sentiti “abbandonati dal socio unico” e la banca ha chiuso i rubinetti.
No Sindaco, la diffidiamo a non prendere in giro lavoratori, città e Consiglio. Lei di “salti mortali” per recuperare risorse non ne sta facendo. Aveva promesso 9 milioni di euro di rimborso sul mutuo pagato da ATM, ma non ha scucito un centesimo. Invece si ritrova in tasca, grazie a chi l’ha preceduta, oltre 11 milioni dovuti dalla Regione. La Corte d’Appello ha negato la sospensiva chiesta da Palermo. Vuol dire che quel denaro è moneta sonante. E le smonta il gioco. L’Azienda ha risorse da far valere ed è sconcertante l’insofferenza con cui la sua Amministrazione tratta importanti crediti. È contrario ai doveri di tutela dei diritti dei creditori.
Avete provato ad “affamare la bestia” per poi scagliarla contro i “nemici”, ma la bugia ha le gambe corte. Avete tutte le risorse per agire. E lei, Sindaco, ha un dovere: presentare atti legittimi e sottoporli a una discussione aperta e rispettosa delle competenze del Consiglio. Il resto è rumorosa arroganza, prodotta da chi (per limite psicologico) non sa gestire realtà articolate e complesse».
ATM – Liquidazione coatta amministrativa
Lo scorso 17 dicembre 2019, a seguito della bocciatura da parte del Consiglio Comunale del piano di liquidazione di ATM Messina, i commissari liquidatori Roberto Aquila Calabrò, Fabrizio Gemelli e Pietro Picciolo hanno inviato alla Regione una richiesta di liquidazione coatta amministrativa per l’Azienda speciale.
«I commissari liquidatori – tuonava al tempo De Luca sulla sua pagina – mi hanno anticipato che non avrebbero più portato avanti il piano di liquidazione sentendosi sfiduciati ed aggrediti dal Consiglio Comunale».
Secondo MessinAccomuna questa richiesta sarebbe «irricevibile» per diversi motivi. Il Laboratorio di partecipazione civica mette in dubbio, innanzitutto, l’effettiva possibilità di sottoporre un’azienda speciale alla procedura di liquidazione coatta amministrativa.
Non solo. Esaminando il documento presentato dai liquidatori, MessinAccomuna evidenzia alcuni punti che non convincono i suoi membri. Intanto, specificano, non sarebbe possibile sottoporre ATM Messina a liquidazione coatta amministrativa perché mancherebbe la dimostrazione del requisito oggettivo dell’insolvenza. Inoltre, aggiungono, da una parte i commissari avrebbero portato avanti un “comportamento contraddittorio”, dall’altra non sarebbe possibile invocare come causa della richiesta il venir meno del rapporto di fiducia con l’organo politico.
Questi sono solo alcuni degli elementi messi in evidenza. La nota inviata da MessinAccomuna alla Regione in cui il laboratorio di partecipazione civica contesta la richiesta di liquidazione coatta amministrativa di ATM è disponibile in PDF a questo link.
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