Quattro ragazzi con autismo lavoreranno, con un regolare contratto, all’interno dell’area ristoro dell’“Ambiente Stadium” di Bisconte, di proprietà del Comune di Messina. Questo quanto previsto dal progetto “Lavorare con (dis)Abilità” promosso in sinergia dalla Neuropsichiatria Infantile del Policlinico “G. Martino” di Messina e dalla Società SSD Camaro 1969. L’iniziativa è stata presentata ieri, 16 febbraio, a Palazzo Zanca.
Obiettivo di “Lavorare con (dis)Abilità” è quello di combattere la discriminazione e promuovere l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con autismo, sostenendone l’autostima. A prendere parte al progetto sono quattro ragazzi, tutti maggiori di 16 anni, selezionati sulla base di criteri clinici specifici, presso gli ambulatori del percorso Autismo Il Brucaliffo, dell’UOC di Neuropsichiatria Infantile diretta dalla professoressa Gabriella Di Rosa. Il datore di lavoro e i tutor saranno affiancati dal’équipe del Policlinico, che, li guiderà «affinché siano preparati alla comprensione di diversi funzionamenti emotivi e alla gestione dei ragazzi, sia nei rapporti sociali che professionali». Al progetto hanno lavorato la dottoressa Marilena Briguglio, neuropsichiatra infantile, responsabile del Brucaliffo Percorso Autismo, la neuropsichiatra Dott.ssa Valentina Colucci e la dott.ssa Francesca La Fauci Belponer, neuropsicomotricista.
Presente in conferenza stampa, il Rettore Salvatore Cuzzocrea: «Mi auguro che questo importante progetto sia solo il primo di tanti altri e che anche altre associazioni ed enti possano in futuro pensare a programmi simili per abbattere le barriere sociali e professionali, che troppo spesso sono causa di isolamento per questi giovani».
Sulla stessa lunghezza d’onda, il Direttore Sanitario dell’AOU “G. Martino” dott. Giuseppe Murolo: «Abbiamo sostenuto e incoraggiato la realizzazione di tale progetto – ha affermato – perché siamo convinti che, specie nel caso di alcune patologie, sia essenziale andare al di là delle mura ospedaliera. Operare in sinergia con il territorio può fare la differenza laddove le terapie non sono farmacologiche, ma soprattutto relazionali. Un ringraziamento va certamente alla società sportiva SSD Camaro 1969 per la sensibilità dimostrata: l’attenzione verso un progetto che promuove l’inclusione può anche servire da modello e esempio per altre aziende presenti sul territorio cittadino».
A promuovere il progetto, in particolare, Pierluigi Parisi: «Sono felice e particolarmente emozionato per l’avvio di questo progetto – ha commentato – che, dopo tanto lavoro, è finalmente pronto a trovare attuazione. Ringrazio infinitamente il Policlinico di Messina e la società Camaro, grazie al cui impegno sarà offerta un’importante occasione lavorativa a dei ragazzi che altrimenti, specie dopo aver terminato gli anni della scuola dell’obbligo, rischiano di rimanere isolati nelle loro camerette e con il solo supporto delle proprie famiglie. Così invece questi ragazzi avranno la possibilità di apprendere e sviluppare nuove competenze ed affacciarsi nel mondo del lavoro, crescere umanamente, socializzare. Mi auguro che questo progetto possa fungere anche da modello e fonte di ispirazione per altre aziende e società, e che in tanti possano dar vita ad iniziative del genere, che possa rappresentare un primo piccolo ma significativo passo per una grande causa».
Soddisfatto Antonio D’Arrigo, Presidente SSD Camaro 1969: «Fin dall’avvio della nostra attività – ha spiegato – abbiamo dedicato la necessaria attenzione al sociale e dato vita ad iniziative finalizzate a sostenere le fasce più deboli e bisognose di supporto. Parallelamente alla creazione del punto ristoro all’interno del “L’ambiente Stadium“, abbiamo portato avanti il progetto “Lavorare con (dis)abilità”. A darci lo spunto un servizio delle Iene che raccontava dell’iniziativa avviata da una pizzeria. Ne ho subito parlato con l’amico Pierluigi Parisi, attento e sensibile a queste tematiche, e lui, a sua volta, ha trovato immediatamente il favore e il supporto del Policlinico di Messina, che ringrazio personalmente e a nome della società che presiedo per la disponibilità e l’indispensabile collaborazione. I ragazzi avranno la possibilità di lavorare non solo all’interno di un locale, ma per di più a stretto contatto con il mondo dello sport, che da sempre favorisce la socializzazione e lo spirito di aggregazione. Speriamo che il nostro non resti un caso isolato ma che possa servire da stimolo e da esempio anche per altre attività, in qualunque settore lavorativo».
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