I 23 bus, arrivati da Milano e Torino quasi un anno fa, hanno dato ossigeno al trasporto pubblico locale, rimpinguando una flotta che nel 2013 arrivò a toccare il minimo storico con tutti i disagi che ne derivarono. Adesso l’Atm è pronta ad infoltire ancor di più il proprio parco mezzi. L’azienda di via La Farina, infatti, venerdì scorso ha pubblicato un bando di gara per l’acquisto di cinque nuovi bus a gasolio. I mezzi commissionati, rientranti nella categoria M3 Euro VI, avranno una lunghezza tra i 7,70 e gli 8,60 metri. Dimensioni che consentiranno all’azienda trasporti di utilizzare i bus per i collegamenti con i villaggi collinari, rimasti il tallone d’Achille della nuova gestione targata Giovanni Foti.
Il bando scadrà il prossimo 24 giugno, l’apertura delle buste è prevista il giorno successivo. Si aggiudicherà la gara, la ditta che presenterà l’offerta più bassa. I bus dovranno invece essere consegnati entro novanta giorni. L’Atm sfrutta così 1 milione di euro derivante da fondi ministeriali.
Il numero di bus in circolazione è sicuramente aumentato. Tuttavia, per rientrare alla normalità la strada è ancora lunga: basti pensare che per erogare un servizio adeguato a una città di 240mila abitanti è necessario un parco con almeno 120 mezzi. E proprio la gestione del parco mezzi è stata oggetto di un’analisi del presidente dell’Adis Giuseppe Frisone, in passato revisore dei conti dell’azienda di proprietà comunale. A detta di Frisone, l’Atm avrebbe il vizio della rottamazione facile. “Per mettere in circolazione i bus arrivati da Milano e Torino – spiega Frisone – sono stati sacrificati 15 mezzi aziendali in attesa di riparazione, ai quali sono stati asportate parti meccaniche ancora utilizzabili. Pezzi utili – precisa – sono stati prelevati da altri 6 bus, anch’essi in attesa di riparazione per piccole avarie, rendendoli inutilizzabili. Nel mese di marzo 2015 lo stesso è avvenuto per altri 15 mezzi”.
Un modus operandi che, secondo Frisone, risponde a precise logiche. “Sono stati eliminati autobus – spiega l’esponente Adis – che potevano essere benissimo recuperati- A volte si preferisce la rottamazione per evitare che i costi di riparazione incidano sul risultato d’esercizio”. Infine, Frisone chiude con un interrogativo: “A quanto ammonta la cifra spesa dall’Atm per acquistare i pezzi di ricambio dalla Gtt, necessari per rimettere in strada i mezzi guasti?”
Andrea Castorina
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