La Prefettura chiarisce il ruolo del sindaco e il proprio. Chiusa Unità di crisi

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Ultima riunione dell’Unità di crisi, ieri in Prefettura, cui erano presenti anche i sei presidenti di circoscrizioni e l’ing. capo del Genio Civile, Leonardo Santoro, che ha richiamato l’attenzione sulla necessità ddi monitorare costantemente la conditta danneggiata che ha provocato la carenza d’acquia in città. Santoro ha detto che è necessario l’ancoraggio della condotta al terreno roccioso sottostante e di consolidamento della collina mediante interventi di rinaturalizzazione, già segnalati al sindaco e alla Protezione Civile regionale.

La Prefettura ha poi sottolineato quale sia il proprio ruolo e quale quello del Sindaco nelle circostanze di crisi verificatesi.

“L’attuale sistema normativo. si legge in un comunicato – ha individuato nel sindaco l’autorità comunale di protezione civile che ordinariamente interviene per il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione, mentre il prefetto assume la direzione unitaria dei servizi di emergenza, anche di natura tecnica, nel caso in cui l’evento, interessando il territorio di più enti locali, necessiti di un coordinamento intercomunale, oppure, su richiesta dell’Ente locale, nel caso in cui gli interventi attuabili dal singolo Comune, non appaiano sufficienti a fronteggiare le necessità. L’articolo 54 del Tuel attribuisce al sindaco, nella qualità di ufficiale di governo, il potere di adottare provvedimenti contingibili e urgenti, conferendo al prefetto soltanto un potere sostitutivo in caso di inerzia.”
Sempre dalla Prefettura, la ricostruzione dei vari passaggi della crisi idrica che ha piegato la città per 8 giorni. A futura memoria.
“Nel pomeriggio di venerdì 23 ottobre, un tratto della condotta idrica di Fiumefreddo, sita nel Comune di Calatabiano in provincia di Catania, che rifornisce l’acquedotto della città di Messina, ha subito una lesione a causa di un movimento franoso. Tale evento ha comportato la completa interruzione dell’erogazione dell’acqua in tutto il territorio comunale. La Prefettura è venuta prontamente a conoscenza del guasto e contemporaneamente ha preso atto anche dell’intervento tempestivo avviato dai tecnici dell’Amam. La circostanza è stata naturalmente portata a conoscenza anche del Comune di Messina e della Protezione civile regionale. Nella serata di sabato 24 ottobre, la Prefettura è stata avvisata che al Presidente dell’Amam non era stato consentito di partecipare ad una riunione in corso presso il Comune di Calatabiano riguardante l’evento. Della questione veniva subito interessata la Prefettura di Catania per gli interventi ritenuti opportuni. Non si è avuta alcuna notizia circa un’ordinanza che sarebbe stata adottata da quel sindaco per inibire l’accesso ai luoghi della frana. Poiché risultava, nella serata di domenica 25, che la condotta non era stata ancora resa agibile, veniva convocata una riunione in Prefettura per la mattina dì lunedì 26. A tale riunione, finalizzata ad accertare le criticità e a conoscere quali provvedimenti intendeva attuare l’Amministrazione comunale, per fronteggiare la carenza idrica, hanno partecipato rappresentanti dell’Amam, dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste, del Comune di Messina, delle Forze dell’Ordine, del Comando Provinciale dei Vigili del fuoco, dell’Asp e delle Strutture Ospedaliere presenti sul territorio. Nella circostanza è emerso che i lavori di riparazione del guasto, sebbene proseguissero a rilento, a causa delle avverse condizioni metereologiche, sarebbero stati ultimati nell’arco di 48 ore e che non si erano verificate ancora particolari criticità conseguenti alla assenza di acqua, salvo qualche segnalazione da parte dell’Ospedale Papardo, di Case di cura e di qualche Ufficio pubblico che lamentava la carenza idrica e di cui l’Amministrazione Comunale si è fatta subito carico. Nella mattinata di mercoledì 28 ottobre si prendevano contatti per le vie brevi con il dirigente dell’Amam, il quale assicurava che il ripristino della condotta era avvenuto e che vi era qualche difficoltà nel deflusso delle acque all’interno della condotta per via del formarsi di bolle d’aria che richiedevano interventi di sfiato. Nel pomeriggio di mercoledì 28 ottobre, non ricevendo ulteriori notizie, è stato necessario contattare il Gabinetto del sindaco che riferiva che il punto della condotta danneggiato era stato interessato da ulteriori smottamenti, tali da rendere necessari altri interventi di ripristino che avrebbero posticipato la ripresa dell’erogazione. La mattina di giovedì 29 ottobre il prefetto, in considerazione del protrarsi dell’emergenza ed allo scopo di fare una ricognizione puntuale della situazione, convocava una riunione tecnica straordinaria di coordinamento delle Forze di Polizia per esaminare i possibili riflessi sull’ordine e la sicurezza pubblica e nel contempo per puntualizzare i due fondamentali aspetti connessi all’emergenza medesima: il primo relativo ai profili tecnici riguardante i lavori di riparazione della condotta di Fiumefreddo di pertinenza di Amam e Comune; ed il secondo, connesso alle specifiche esigenze della popolazione, secondo un prestabilito ordine di priorità, riguardante le fonti di approvvigionamento e di distribuzione dell’acqua. Venivano inoltre impartite puntuali disposizioni tese ad intensificare i controlli per evitare operazioni speculative. Veniva poi attivata in Prefettura una unità di crisi, composta da dirigenti e funzionari prefettizi, allo scopo di fornire all’Ente locale un riferimento per ogni utile interlocuzione. Su esplicita richiesta dell’Amministrazione Comunale veniva convocata per la stessa mattina del 29 ottobre un’ulteriore riunione tecnica, nella quale sono stati affrontati i sopra richiamati aspetti e si è convenuto sulla necessità di incrementare i mezzi per la distribuzione idrica, rivelatisi insufficienti per fronteggiare tutte le necessità e sul coinvolgimento a tal fine della Protezione civile regionale per fornire autobotti a supporto di quelle già utilizzate dal Comune. In merito all’approvvigionamento, veniva presa in considerazione la proposta avanzata dall’Autorità Portuale di richiedere l’intervento di una nave cisterna di proprietà privata della capacità di 5000 tonnellate. Si individuava infine nell’Autoparco Municipale l’organo cui veniva affidato il compito di gestire e coordinare le operazione di distribuzione dell’acqua. Nel pomeriggio del 29 ottobre, poiché a seguito di una verifica del funzionamento del sistema messo a punto in Prefettura, venivano registrate disfunzioni di tipo gestionale – organizzativo che rischiavano di pregiudicare le operazioni di soccorso, il prefetto si determinava ad assumere mirate iniziative e pertanto a) richiedeva alla Protezione Civile e all’Esercito una congrua disponibilità di autobotti, b) veniva chiesto alla Società mercantile Marnavi l’invio di una nave cisterna per garantire una sicura disponibilità di acqua da immettere nella rete idrica cittadina c) il dirigente dell’Ispettorato ripartimentale delle Foreste e l’ingegnere capo del Genio Civile venivano incaricati rispettivamente di sovrintendere alla redistribuzione delle autobotti e di monitorare i lavori di ripristino della condotta di Fiumefreddo in fase di esecuzione, d) venivano altresì convocati dal Prefetto i Presidenti delle Circoscrizioni comunali per avere diretta contezza delle criticità presenti nei territori di rispettiva giurisdizione e subito dopo venivano presi accordi con l’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste per stabilire le modalità operative per la distribuzione a mezzo autobotti. Nella giornata di venerdì 30 ottobre, su espressa richiesta della Prefettura, giungevano in città cinque autocisterne, grazie all’ausilio fornito dalla Protezione civile regionale, ed altre cinque venivano impiegate da parte della XXIV Artiglieria della Brigata Aosta su disposizione del Distaccamento provinciale. Lo stesso 30 ottobre l’Unità di crisi veniva integrata con un’ulteriore figura professionale nella persona del comandante provinciale dei Vigili del Fuoco per monitorare le operazioni di approvvigionamento in rete. Da sabato 31 ottobre in poi si sono svolte quotidianamente due riunioni per monitorare l’andamento della situazione complessiva e fronteggiare eventuali nuove criticità con un immediato confronto tra le figure professionali individuate all’interno dell’Unità di crisi”.

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