Si è tenuto nei giorni scorsi, a Roma, nello “Spazio Europa” di via IV Novembre, il convegno “La Macro Regione del Mezzogiorno”, organizzato da Cosimo Inferrera, anatomopatologo dell’Università di Messina, nonché strenuo e battagliero sostenitore del ponte sullo Stretto di Messina.
L’evento, che ha sancito innanzitutto la necessità della coesione territoriale, ha visto la partecipazione di professionisti e professori universitari provenienti da tutta Italia, e ha evidenziato l’importanza della nostra penisola nei flussi commerciali euroasiatici.
Nel discorso di apertura, Inferrera ha affermato che il ponte sullo Stretto, collegando il porto di Augusta alle reti TEN-T, determinerà di fatto una riduzione dell’inquinamento nel Mediterraneo, in quanto le navi portacontainer in uscita dal canale di Suez non dovranno arrivare più fino allo Stretto di Gibiliterra, per poi proseguire verso i porti del Nord Europa.
La stessa Unione Europea ha calcolato che una ripartizione dei flussi mercantili mediterranei, derivante dalla ottimizzazione del trasporto merci in base alla distanza da percorrere fino a destinazione, ridurrebbe del 50% l’inquinamento da ossido di carbonio, principale responsabile dell’effetto serra. Inferrera ha sottolineato che il Mediterraneo, la cui superficie acquea è pari all’1% dei mari del globo, subisce un traffico navale pari al 33% del totale.
Giorgio Diana, professore emerito del Politecnico di Milano che ha contribuito alla redazione del progetto del ponte sullo stretto, ha appassionato la platea parlando dei ponti sospesi e della loro interazione con i venti, unici veri nemici di questo tipo di strutture, parlando dell’impalcato “Messina Type” dotato di profilo alare a cassoni separati e di adeguati accorgimenti aerodinamici. Diana, che si sta occupando della realizzazione del TERZO ponte sul Bosforo, ha detto che per quest’ultimo ponte, dalla progettazione alla realizzazione, sono passati tre anni. In questo momento è in corso il montaggio dell’impalcato. La fase progettuale è stata sovrapposta a quella realizzativa. “Per il ponte di Messina – ha detto Diana – abbiamo studiato troppo. Abbiamo voluto approfondire eccessivamente”.
Enzo Siviero, Ordinario di tecnica delle costruzioni, Università IUAV di Venezia, già vicepresidente del Consiglio Universitario Nazionale (CUN) e Direttore responsabile della rivista GALILEO, ha iniziato la sua relazione in maniera lapidaria: “Venti anni fa – ha detto – ero contrario al ponte sullo stretto. Ero vittima della cattiva informazione creata sull’argomento”.
Il professore ha poi presentato una carrellata di ponti, di varia tipologia, presenti nel mondo, ed ha affermato che l’isola artificiale creata nell’ambito del collegamento di Øresund tra Copenaghen e Malmö è diventata un paradiso naturale.
Intervento di carattere economico-finanziario da parte di Antonino Galloni, economista, docente alla Università Cattolica di Milano, alle Statali di Modena e Napoli, alla Luiss di Roma, nonché Direttore Generale al Ministero del Lavoro e sindaco dell’INPS che, polemicamente, ha posto l’accento sulla reperibilità delle risorse finanziarie.
“Per salvare le banche – ha detto Galloni – si sono bruciati trilioni di dollari. Se una minima frazione fosse invece stata utilizzata per lo sviluppo e il rilancio dell’economia reale, avremmo potuto realizzare dieci ponti”.
L’importanza del corridoio Berlino-Palermo, insieme alla necessità di intercettare il traffico dei container dai porti del nord Europa a quelli del sud Europa è stata evidenziata da Rocco Giordano, Esperto in Economia e Politica dei Trasporti Laurea Honoris Causa in Scienze dei Trasporti presso la Costantinian University di Providence (USA), Presidente del Comitato Scientifico della Consulta Generale per l’Autostrasporto e la Logistica per il Piano Nazionale della Logistica, Editore e direttore responsabile della Rivista Sistemi di Logistica, Napoli.
Lo stesso concetto è stato espresso dall’ingegnere Giovanni Mollica, che ha evidenziato che mentre il Commissario Europeo, Siim Kallas, si batteva per modificare il Corridoio 1 Berlino-Palermo per farlo giungere fino a Helsinki, cioè vicino a casa sua, molti politici locali brigassero per la cancellazione dello stesso corridoio nella sua parte meridionale. Paradossale, se si pensa che, riuscendo a fare sbarcare ad Augusta un decimo dei container che circolano nel Mediterraneo, in Italia si genererebbero 11,5 miliardi di nuovo fatturato, 4 miliardi di gettito fiscale e 400.000 posti di lavoro. Anche Mollica è tornato a parlare del ponte sull’Oresund tra Copenaghen e Malmö, dicendo che l’opera ha creato sviluppo in tutta la regione, creando condizioni di crescita anche in ambiti del tutto svincolati dall’infrastruttura in sé, e che ha ridotto, inoltre, l’inquinamento del traffico automobilistico e navale.
Giovanni Saccà, Expert per le Infrastrutture ed i Trasporti Ferroviari, Dipartimenti di Scienze Economiche e di Studi Giuridici, Università degli Studi di Verona, ha trattato il tema del completamento del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo (ScanMed) e della estensione dei servizi ferroviari AV/AC alla Calabria e alla Sicilia. Tale corridoio, attualmente, non prevede continuità territoriale tra la Calabria e la Sicilia (circa 3,3 km), mentre prevede la continuità territoriale tra la Germania, la Danimarca e la Svezia/Norvegia attraverso il superamento di ampi spazi di mare.
Nel 2000 è stato attivato l’Öresund Fixed Link di 15,9 km, nel 2021 è prevista l’ultimazione dei lavori del Fehmarn Belt Fixed Link di 18 km. Nella sola Norvegia (abitata da circa 5 milioni di persone) esistono già 33 tunnel sottomarini ed è in fase di progettazione l’autostrada E39 di oltre 1000 km lungo la costa atlantica, ricca di fiordi. Tra gli altri, il Sognefjord, che la E39 supererà in un tratto di mare largo 3,7 km e profondo 1309 m, che da solo è maggiore del tratto di mare che avrebbe dovuto essere superato dal ponte sullo stretto di Messina (3,3 km e 100m di profondità).
In base a quali principi europei – si domandava Saccà – è necessario mantenere una simile disparità di trattamento tra il nord e il sud Europa lungo lo stesso corridoio?
Qualche momento di dissenso si è registrato durante l’intervento di Bartolomeo Giachino, sottosegretario di Stato del Ministero delle Infrastrutture nel IV Governo Berlusconi (2008-2011). Giachino ha dato la colpa al Governo dei “Professori” che, con Mario Monti, ha cassato il ponte sullo stretto con un decreto legge e ha sottolineato la sostanziale indifferenza sul tema da parte degli ultimi due governi di centrosinistra. Sarebbero molte le obiezioni che potrebbero essere rivolte al rappresentante di Forza Italia, prima fra tutte perché tra il 2008 e il 2011 il Governo Berlusconi non sia stato in grado di aprire concretamente i cantieri per realizzare un progetto approvato due anni prima. Va però dato atto al partito dell’on. Giachino di essere stato l’unico a inviare un rappresentante al convegno, a parte l’avvocato Attaguile, esponente del centro democratico.
Tra le pieghe del convegno è emerso un particolare curioso e poco noto: dagli studi (costosi) effettuati dalla Società Stretto di Messina e finalizzati a rispondere alle tantissime obiezioni degli ambientalisti, c’era quello sul possibile numero di uccelli migratori che sarebbero morti sbattendo contro le torri del ponte. Tale studio ha evidenziato che il numero di uccelli morti sbattendo sul ponte, in un anno, è pari al numero di uccelli che muoiono in tutta Italia, a causa del traffico autostradale, in un solo giorno.
In chiusura, Iosé Gambino, geografo e Ordinario dell’Università di Messina, ha raccontato di un test effettuato con i suoi allievi: quando ha chiesto loro di rispondere alla domanda “Secondo voi, quando si azzererà la disoccupazione, in Sicilia e in Calabria?”, la risposta di tutti gli studenti tranne una, è stata “Mai!”. Una studentessa, invece, ha scritto: “Tra cinquant’anni!”. Quella ragazza era un’ottimista…
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