Una città aperta ai traffici, non solo una città di passaggio. Nel marzo del 2009, in occasione della celebrazione del XVI Congresso, la Cisl aveva lanciato la necessità di dare a Messina un nuovo ruolo. «E il cuore pulsante sarebbe dovuto essere la stazione centrale – ricorda Tonino Genovese eletto al primo mandato da segretario generale proprio al termine di quei lavori congressuali – Avevamo scelto quella sede del congresso proprio per testimoniare come la stazione, da luogo degradato, poteva rappresentare un’occasione di rilancio e sviluppo legato anche al recupero dell’affaccio a mare, una soluzione che avrebbe consentito alla nostra città di aprire la sua anima al mondo. Oggi, quella stazione, quel luogo, a distanza di sette anni, vive ancora di più nella marginalizzazione, nella chiusura alla città e nella poca lungimiranza di chi potrebbe investire in spazi dimenticati. La stazione centrale potrebbe rappresentare il centro degli scambi e della mobilità non solo della città, ma dell’intera area metropolitana di Messina, della sua provincia e, quindi, anche interfaccia con l’area metropolitana dello stretto».
«Di cose in questi anni ne sono accadute – commenta adesso Tonino Genovese – ma conferme e rivoluzioni non hanno saputo invertire il declino di ciò che doveva rappresentare il cuore pulsante della mobilità e degli scambi della Messina città metropolitana interfaccia, e insieme a Reggio, connubio metropolitano dello stretto. Si è confermato che senza la costruzione del ponte, Messina non ha avuto nessun investimento sostitutivo o alternativo e la nuova Giunta, accontentatasi di questa effimera vittoria di Pirro, ha mancato anche su tale prospettiva e capacità. E nessuno provi a volerli spacciare per gli investimenti del Pon Metro o del Masterplan, che sono ben altro e che stiamo sprecando sull’altare di scelte e soluzioni che sono assolutamente contraddittorie alla loro ragion d’essere».
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