Tre associazioni di studenti e un nutrito gruppo di docenti dell’Università di Messina prendono posizione contro gli insulti omofobi rivolti nei giorni scorsi da un professore dell’Ateneo peloritano ad uno studente. In due lettere distinte, ma unite dalla comune volontà di dire “no” alle discriminazioni e di impedire che episodi del genere si ripetano, la popolazione di UniMe fa sentire la propria voce e lancia un appello al Rettore, il prof. Salvatore Cuzzocrea.
La vicenda è tristemente nota a tutti, un professore dell’Università di Messina ha rivolto degli insulti omofobi ad uno studente all’interno di un gruppo privato. Il giovane ha denunciato l’accaduto e al suo fianco si sono schierate diverse associazioni cittadine, come Liberazione Queer+ Messina, Link e UDU. Oggi a parlare, con due distinte lettere aperte, sono tre organizzazioni studentesche e 57 docenti dell’Ateneo. Pubblichiamo di seguito i due documenti.
La lettera degli studenti
Pubblichiamo di seguito la lettera inviata dalle associazioni studentesche: Associazione Orione, Associazione ClAud e Figli D’Ippocrate.
«La triste vicenda che si è verificata negli ultimi giorni nel nostro Ateneo non può non destare sdegno e stupore in noi giovani studenti universitari. Ci sentiamo in dovere di prendere una posizione sull’accaduto, che vede coinvolto un Professore del nostro Ateneo, accusato di aver discriminato uno studente in virtù del suo orientamento sessuale.
Ciò che a noi interessa in questa sede, in attesa di ulteriori indagini da parte dell’autorità giudiziaria, non è condannare preventivamente o dar vita a gogna mediatica, ma far sì che l’Università resti un luogo in cui ogni studente ed ogni suo componente abbia la piena libertà di esprimersi, senza temere forme di discriminazione ad opera di ogni membro di questa collettività, indipendentemente dal ruolo che all’interno della stessa ricopre.
La finalità di questo comunicato è di dar vita ad un percorso volto a prevenire eventuali situazioni che possano verificarsi in futuro e di promuovere una regolamentazione all’interno dello Statuto d’Ateneo finalizzata a contrastare questi episodi e ad affermare i principi posti alla base del nostro Stato di diritto, così che ognuno possa essere realmente tutelato. Non vogliamo entrare nel merito degli accertamenti che si stanno svolgendo, ma intendiamo esprimere solidarietà al nostro collega, perché il fatto che abbia sentito lesa la sua libertà di espressione, è un segnale che, ad oggi, una simile forma di tutela manchi.
Ci impegneremo, a fianco alle altre associazioni che hanno già aderito e di quelle che aderiranno, affinché l’Università degli Studi di Messina si faccia portavoce del contrasto alla discriminazione e alla violenza per motivi fondati sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Questo episodio si aggiunge ai tanti altri che, negli ultimi giorni, hanno suscitato indignazione in gran parte del nostro Paese. Contrariamente a quanto affermato da due comici in un programma televisivo, non basta davanti ad una simile discriminazione rispondere con una risata. Si tratta di un atteggiamento discriminatorio, che in quanto tale va condannato. Il rispetto verso il prossimo deve essere alla base di una società civile ed è un valore che deve essere impartito sin dalla prima infanzia. Ci troviamo d’accordo con quanto affermato da Fedez nel giorno della Festa dei Lavoratori, che ha denunciato alcune dichiarazioni fatte da esponenti politici, lesive nei confronti della comunità Lgbt.
Ci auguriamo infine che, per evitare altre situazioni simili, venga al più presto approvato il ddl Zan, per la tutela dei diritti di tutte le minoranze».
La lettera dei docenti dell’Università di Messina
Pubblichiamo di seguito, in maniera integrale, la lettera firmata dai docenti dell’Università di Messina:
«La notizia di un violento scontro verbale, che ruota attorno a ineludibili questioni relative ai generi e che ha visto come protagonisti due componenti della nostra comunità accademica, ci ha molto turbati. Con questa lettera aperta non è nostra intenzione entrare nel merito degli aspetti giuridici di uno scontro che è avvenuto fuori dall’Università e ha dunque un carattere essenzialmente privato, i cui contorni ci sfuggono e sui quali non è nostro compito dire nulla. Tuttavia è importante per noi affermare che, come comunità, ci sentiamo ugualmente coinvolti.
Pensiamo infatti che se le responsabilità dei reati sono individuali, i contesti entro cui certe vicende prendono forma non siano secondari. Il fatto che un certo tipo di violenza simbolica e discriminatoria, insieme al relativo corollario di minacce fisiche, sia stato partorito da un docente ci pone dinanzi alla fine dell’illusione che gli spazi di produzione della cultura possano considerarsi immuni dall’autoritarismo, dal sessismo e da una moltitudine di altre forme possibili di discriminazione. Questa vicenda, dunque, costringe la comunità scientifica – che è anche comunità di formazione alla cittadinanza – a riflettere seriamente sui propri limiti e sulle proprie responsabilità.
Con questo comunicato vogliamo affermare che il corpo docente dell’Università di Messina respinge discorsi, ideologie e politiche volti a discriminare e disseminare odio sulla base delle caratteristiche personali, di orientamento sessuale, di nazionalità e di credo. E si dichiara altresì sensibile alle questioni dell’uguaglianza, in materia di genere così come di accesso ai diritti in ogni ambito del sociale. In primo luogo quando tali questioni si pongono entro quell’Ateneo che costituisce il centro del lavoro intellettuale e della missione di formazione perseguiti dai suoi membri.
Contemporaneamente chiediamo al Rettore di volere istituire un tavolo di riflessione su quegli interventi di ordine culturale, politico e auto-formativo che possano servire a sensibilizzare ulteriormente docenti, studentesse, studenti e personale amministrativo intorno alla svolta epocale che le questioni relativi ai generi – così come le molte altre che stanno stravolgendo ordini, concezioni e gerarchie consolidate – pongono alla nostra comunità, richiedendole di lavorare per garantire piena inclusione e pieni diritti per tutti e tutte».
Primi firmatari:
- Pietro Saitta
- Maria Foti
- Salvatore Bottari
- Salvatore Distefano
- Daniela Caccamo
- Valentina Cardella
- Fabio Rossi
- Maria Rosa Felice
- Domenica Farinella
- Francesco Longo
- Dino Costa
- Fabio Mostaccio
- Pier Luca Marzo
- Berardino Palumbo
- Edoardo Augusto Fugali
- Francesco Paolo Campione
- Mario Graziano
- Paola Di Mauro
- Antonino Bucca
- Rosalia Cavalieri
- Maria Clara Nucci
- Bruno Ricca
- Alessio Plebe
- Paolo Giuspoli
- Francesco Parisi
- Vincenzo Cicero
- Domenica Bruni
- Aldo Attilio Epasto
- David Carfì
- Patrizia Accordino
- Francesco Martines
- Francesca Panuccio
- Michele Messina
- Giacomo Fiumara
- Alessandro Tripodo
- Giovanni Francesco Pellicanò
- Daniela Caccamo
- Paola Cardiano
- Giovanni Merlino
- Anna Barattucci
- Adriana Tisano
- Gabriele Lando
- Angela Villani
- Antonino Pennisi
- Nicola Aricò
- Amelia Gangemi
- Donatello Smeriglio
- Alessandro Versace
- Milena Meo
- Liliana Silva
- Francesco Zanotelli
- Anna Assenza
- Andrea Biagiotti
- Valentina Cuccio
- Tiziana Tarsia
- Nicola Cicero
- Lorenzo Campagna
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