In occasione della XVIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie sono diverse le iniziative che la città ha organizzato nel rispetto di tutte quelle persone che per affermare il concetto di legalità hanno pagato con la vita. “Libera. Associazioni nomi e numeri contro le mafie” ha organizzato un evento nella piazza antistante Palazzo Piacentini aperto a tutta la cittadinanza, le associazioni, i movimenti e gli allievi delle scuole che hanno aderito all’iniziativa “Semi di giustizia, fiori di responsabilità” per rinnovare la memoria delle vittime innocentemente uccise, per portare in piazza il loro nome, la loro storia, affinché quei nomi trovino nuova vita e non ci sia più alcuna distinzione tra le vittime “celebri” e le altre. Alle 10.00 si è tenuta la lettura di un brano in ricordo di Placido Rizzotto e continuerà con la lettura dei nomi delle oltre ottocento vittime innocenti delle mafie. Le iniziative su Memoria ed Impegno a Messina, seguiranno anche i giorni seguenti al 21 marzo e saranno disponibili sul sito di Libera, www. libera.it/sicilia.
Durante la mattinata odierna, alle 10.00 circa, si è tenuta la cerimonia la cerimonia di intitolazione della rotatoria di viale Giostra a “Vittime e martiri della Mafia”. Un’iniziativa finalizzata anche a lanciare un appello alla città per raccogliere fondi e realizzare un monumento da collocare al centro dell’aiuola, per ricordare simbolicamente tutte le vittime della mafia, sia che siano semplici cittadini, che rappresentanti delle forze dell’ordine, della magistratura, della chiesa e della politica. La scelta del monumento avverrà attraverso un concorso di idee a titolo non oneroso. L’associazione “Peppino Impastato”, in collaborazione con la R.a.s. (Rete Aggregativa Studentesca), e la partecipazione dell’associazione antiracket Acib, della testata giornalistica “Liberamente” e di Aula Aut del “Maurolico” di Messina, ha voluto organizzare, nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, un incontro e dibattito tra i giovani e le istituzioni. «Diventa fondamentale ― hanno detto in proposito gli organizzatori dell’evento ― creare un collante indissolubile tra la realtà scolastica e le istituzioni stesse, che devono perseguire finalità ed ideali comuni per combattere ogni forma di espressione mafiosa». Emblematico il titolo della mattinata: “Quando la cultura fa più paura della Legge”. Ciò per indicare quanto sia determinante la formazione scolastica dei giovani, che, tra i banchi di scuola, dovrebbero approfondire i concetti storici del periodo contemporaneo, studiare l’educazione alla cittadinanza e costruire una coscienza critica che li porti a vivere in un cosmopolitismo mobile, che li renda cittadini attivi del domani. «La mafia, è un dato di fatto ― spiegano gli organizzatori ―, ha sempre avuto timore della scuola, dell’istruzione e dei giovani: per questo motivo la cultura, in questa lotta, diventa determinante».
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